Storie di parodia quotidiana

Il vestito di carnevale

Hai guardato con occhi incuriositi mentre estraevo da un sacchetto tre cose assai insolite:
una gonna vaporosa, di tulle viola, un cerchietto con un grosso fiocco, lucido e brillante, e un bel paio di morbide alucce da farfalla.

“Sei pronta a travestirti?”

“Bau?”

“No, da farfalla. Il vestito ce l’hanno prestato, il prossimo anno se vuoi però ci vestiamo da cane..”

“Mao?”

“Vieni qui che lo proviamo, va…”

Un piedino, poi l’altro.
Un braccetto, segue il secondo.
Corri davanti allo specchio.
Gli occhi si sgranano, la bocca si apre in un sorriso.
Con le mani sfiori il tulle della gonna, l’accarezzi un pochino e poi ti lasci cadere sul sedere con un tonfo. 
Ti sbracci per afferrare le morbide ali e poi ti adoperi per strapparti dalla testa il cerchietto.
“Amore, sei pronta per la festa in maschera!”

“Bau!”

“Sì, sei uno splendido Bau, mi hai convinta”.