Quando siamo arrivati in spiaggia, la Lea aveva gli occhi che brillavano. Era la prima volta che vedeva il mare.
Rettifico, la prima volta che lo vedeva scientemente, dato che la vera prima volta era avvenuta che lei era ancora praticamente una neonata.
“Il mare” ha sussurrato ipotizzata, cominciando a spogliarsi.
Quando siamo entrati nell’acqua, bassa e cristallina, quella ha iniziato a guardarsi allarmata attorno.
“C’è la balena qui?” ha chiesto preoccupata.
“No amore, l’acqua è troppo bassa, le balene si grattano tutta la pancia se si spingono così vicine alla riva.”
“Ho paura delle balene.” ha ribattuto lei, l’espressione corrucciata, sotto il cappellino rosa con gli strass.
“Perfetto allora, perché qui non ci sono balene, altrimenti le vedremmo di certo.”
Mi ha guardata con la solita espressione dubbiosa con cui soppesa tutte le mie affermazioni.
L’acqua rimaneva sempre bassa, ma avanzando, ecco arrivare le prime piccole onde spumose.
Un urlo ha squarciato la leggera brezza estiva, mentre un po’ di spuma raggiungeva pericolosamente la zona mento della Lea: ” IN BRACCIOOOO! – ha strillato- Non mi piace, non mi piace, non voglio fare il bagno!” ha dichiarato concitata arrampicandosi come un lemure sulle gambe del Claudio.
Da lì, la Lea si è sollazzata sugli scivoli dello stabilimento balneare, guardando con apprensione e diffidenza il mare, sempre da lontano, mentre a turno, io e suo papà, ce ne stavamo a guardarla inermi (e infermi) sotto il sole cocente, cotti e disidratati come due costine alla brace.
Oggi, poi , siamo andati a raccogliere le conchiglie.
“Andiamo a raccogliere consiglie, sì.” ha concordato la Lea, inaspettatamente.
Siamo andati allora sulla spiaggia.
Quella dapprima se ne stava a sfuggire le onde, cacciando “consiglie” sulla riva.
“Io non ci entro lì.” ha sottineato più volte nella nostra direzione.
Poi, senza accorgersene, ha cominciato a entrare coi piedini nell’acqua. Di lì a poco, come una mondina, s’ è trovata china fra le piccole increspature tutta impegnata a cacciar i gusci scintillanti con le braccia nell’acqua fino al gomito.
“Vieni qui, tu!” borbottava di tanto in tanto.
Era così impegnata che non si è resa conto di essersi infilata volontariamente nel mare che tanto la spaventava.
D’un tratto, è arrivata un’onda più esuberante delle altre, che l’ha presa dolcemente su una guancia.
Ha sbattuto più volte le palpebre, sorpresa, borbottando “ma, ma, ma” come un anziano signore.
“Lea! Il mare ti ha dato un bacio!” ho esclamato io.
Quella mi ha guardata.
Poi è scoppiata a ridere.
“Il mare mi ha baciata!” ha detto battendo le manine sulle gambette diafane “mi ha baciata!” ha esultato saltellando.
Il mare ti ha baciata amore mio:non ha resistito, perché sei davvero troppo bella, con gli occhi luminosi, il cielo azzurro, nell’acqua blu, panata di sabbia come un cordon bleau, le guance salate, sorridente e fresca come solo un giorno di estate.