Un guizzo negli occhi, la gazza ladra coglie un luccichio, la vista s’affina, il piccolo corpo si concentra e protende verso l’obiettivo.
<Mamma-tuona- voglio andare là. > stabilisce perentoriamente.
Ho detto gazza ladra?Pardon, volevo dire il bambino.
L’obiettivo?È agosto, è estate, è arrivata la giostra in piazza!
Et voilà, ecco un altro banco di prova per l’esercizio e lo sfoggio della propria autorità genitoriale, se mai ce ne fosse stato bisogno, dove il tutore potrà con somma mestizia constatare ancora una volta di avere la stessa influenza disciplinare, il medesimo potere dissuasivo e la stessa inequivocabile forza bruta contenitiva che avrebbe Topo Gigio messo alla guardia dell’ Idra di Lerna.
Davanti alla giostra, parte una contrattazione che nemmeno al mercato di Marrakech.
< Adesso no amore, andiamo dopo. > tenta il genitore sfoggiando un’incerta nonchalance.
< Adesso> replica l’irresistibile ottavo nano, sfoderando lo sguardo languido del gatto con gli stivali abbinato al tono di voce di Terminator.
<Solo un giro amore, UNO> decreta il genitore, con fiera fermezza.
Il bambino annuisce vigorosamente.<Siamo d’accordo, vero? Un giro e poi scendi, senza opporre resistenza, senza capricci. >
Quello annuisce ancora.
CERTO, CERTO.
Eppure stavate risparmiando per l’università, ma mentre girate in tondo con gli inequivocabili sintomi della disidratazione e labirintite ( anche il genitore è stato obbligato a salire sul mezzo), aggrappati disperatamente alle orecchie del muso inquietante di un cavallo intarsiato di specchietti e lustrini, colpiti ritmicamente in pieno volto dalla codina che i bambini devono tentare d’acchiappare, effettuando rapidi e disperati calcoli sulla mostruosa sconvenienza e sproporzione tra il prezzo del biglietto e la durata della corsa, vi rendete conto di dover obbligatoriamente rivedere completamente il piano di accantonamento definito per realizzare l’istruzione futura della prole.
Al settimo giro consecutivo, il genitore, con le ultime forze, sconquassato come dopo un giro su un battello col mare forza 9, è costretto a strappare a forza ogni singolo dito della piccola mano del suo amato bambino, dal manubrio di un’ Harley-Davidson in miniatura blu metallizzata, se non altro perché dovrebbe andare a prelevare per acquistare l’ennesimo biglietto, mentre il piccolo piange disperatamente reclamando l’ultimo giro che a suo dire, gli spetterebbe di diritto ( secondo la giurisdizione del bambino che regola e configge quotidianamente con quella dell’ adulto, quel poveraccio subalterno).
E’ agosto, è estate, è arrivata la giostra in piazza!