Quando ero piccola, per andare dalla nonna Edda, si passava da una strada di campagna, dove c’erano casette e casupole diroccate di modestissime dimensioni, che mio papà mi aveva detto appartenere ai puffi.
Ecco fatto: quella, allora, era una strada meravigliosa per me, un itinerario fantastico, anche se non abbiamo incontrato mai nemmeno uno straccio di puffo, neanche una singola volta.
Poche parole, ed una comunissima strada si era riempita di magia, per sempre.
Succede anche oggi.
Con la Lea, talvolta, per accorciare la strada per arrivare dai miei genitori, faccio un tragitto che si inerpica e poi ridiscende passando attraverso piccole frazioni.
Questo percorso, è pieno di cose davvero entusiasmanti da ammirare: ci sono i cavalli, che mangiano placidamente il fieno illuminati dalla luce calda e aranciata del sole che sta sorgendo; ci sono i ciuchini, che muovono le grandi orecchie pelose, indugianti sul terreno ghiacciato, in attesa che la temperatura si alzi un pochino; s’incontrano i pony, che se ne stanno a gironzolare beati nell’aia d’una casa, con un grosso cane intento a guardarli con un’espressione costantemente interrogativa.
<Duè cavallo co’ coperta?>
Giusto, dimenticavo, a un certo punto c’è anche un cavallo che indossa una mantella.
<Duè gomitoli pè grande gatto?>
Ah già, s’incontrano anche dei grossi gomitoli di cartapesta, reduci del recente carnevale, che le ho detto appartenere a un grosso gatto che se ne va in giro di notte a giocherellare con questo e con quello.
Ecco fatto: una comunissima strada periferica, diventa più interessante di un safari in Sud Africa, curiosa e pittoresca, come essere stati catapultati nel film di Roger Rabbit.
C’è del prezioso in ogni angolo, dello spettacolare proprio lì, nei nostri occhi.
I piccoli, anche se sono diventati grandi, e i loro piccoli, che adesso son piccini, condividono l’incredibile capacità di scovare la magia, dappertutto: ci si accorge che questa, la si trova senza sforzo, e sempre questa, senza nessuna difficoltà, ma con estrema naturalezza, arricchisce profondamente l’intera giornata, che poi diventa tempo, che in seguito si snoda negli anni, che inevitabilmente si tramuta in ricordi, e alla fine, quella magia, venuta quasi dal niente, non se ne va più.