Storie di parodia quotidiana

SENTO UN PROFUMO!

Due piccoli piedini spuntano da un accappatoio azzurro di Frozen, che poi nessuno di noi l’ha ancora visto, questo famoso Frozen. Comunque, quelli si muovono velocissimi, mia figlia sta correndo verso la camera da letto, dopo il bagnetto serale.

Svolta in camera, rimanendo, causa velocità estrema, in bilico su una gambetta sola, in una nuvola di capelli castano chiaro impreziositi di filamenti che paiono proprio d’oro, uno sguardo furbo che si vede fin da qui.

La raggiungo.

Quella s’arrampica come una bertuccia sul materasso, si issa in piedi e festeggia a braccia alzate la conquisa, come fosse arrivata in cima al K2.

Saltella come un orango e ride sguaiatamente.

Poi, finalmente, si butta a gambe incrociate sul lenzuolo e io le passo un po’ di talco sui piedi.

<Mamma…> dice con espressione furba <sento un profumo…>

<Sono i tuoi piedi amore, una volta tanto!>scherzo io.

S’afferra un piedino con entrambe le mani, come una contorsionista, e l’annusa:<sento un profumo…> ripete.

Sorrido.

Lo dice tutte le sere, “sento un profumo”: occhi socchiusi, capelli che vanno dove pare a loro e un adorabile birbante sorriso dipinto in volto.

Lo sento sempre anche io quel profumo, proprio lo stesso: ma non è solo il talco, la crema, il sapone dopo il bagno.

Quello è inconfondibilmente il profumo unico delle affezionate abitudini, della dolcezza incomparabile di quei comunissimi momenti quotidiani che hanno l’odore più dolce, inebriante e caro. Lo respiriamo a pieni polmoni, l’assaporiamo profondamente, e in una nota unica di fragranza di casa, siamo pronti ad andare a riposare.