Mi frugo nelle tasche: centesimi di euro, bolle di sapone, innumerevoli briciole di pane, di tarallo e biscotti; uno strappo sul fondo, in cui ogni volta mi finiscono le chiavi di casa. Un ciuccio e il telefono, pieno di foto.
Le mie tasche son cambiate: da figlia son diventata mamma e a volte, ancora, non mi sembra vero.
Frugo nei ricordi: è passato così tanto che non mi sembra passato nemmeno un giorno.
Cosa sono oggi? Una creatura un po’ figlia e un po’ mamma. Sono un baco da seta impegnato quotidianamente, con tutte le sue forze, a diventare farfalla, perché mia figlia possa seguirmi, perché io possa ammaliarla e farla sognare con i mille colori cangianti delle mie ali; per insegnarle quanto è importante amarsi, godere intensamente ogni attimo.
Mi guardo le mani: anche quando sono vuote, esse sono piene.
Afferro, sollevo, sostengo. E ho bisogno di altre mani, che mi aiutino ad alzarmi.
Cammino con un piccolo palmo nel mio, che freme come un uccellino variopinto, pronto a spiccare il volo a primavera.
Allo specchio, sono io, ma non vedo più solo me.
Immagino quali espressioni, gesti e azioni, parole, canti e intonazioni ti si imprimeranno nella memoria, ti torneranno in mente, quali racconterai sorridendo, quali ridendo, quali assumendo un piccolo broncio, quando, un giorno, ti frugherai nelle tasche e ti accorgerai di esser cresciuta.