Storie di parodia quotidiana

La Danza della Contentezza

LA DANZA DELLA CONTENTEZZA

C’è un’espressione particolare di mia figlia, che mi è assolutamente irresistibile.

Una cosa che mi fa vibrare letteralmente il cuore, parificabile a livello gustativo alla scioglievolezza dei Lindor.

Questa faccina, questa espressione, dicevo, la fa quando è molto emozionata, o molto felice per qualcosa, oppure quando non sta nella pelle per andare al parco, o, magari, quando s’accinge a far qualcosa che le piace moltissimo, o, ancora, nel momento in cui mi scorge arrivare attraverso i vetri della porta d’ingresso all’asilo, oppure quando assaggia qualcosa, a parer suo, di sublime ( o come dice lei: “BOOONO”).

In realtà però, per dirla tutta, non è solo un’espressione: è più una sequenza, una meravigliosa successione di movimenti, di mimiche, di strette nelle spalle accompagnate da saltelli e seguite da volteggi, battiti di braccia come fossero ali di una farfalla, movimenti del capo repentini e buffi, sorrisi alla Ollio, occhi brillanti come un’anime giapponese.

Ecco.

Io passo tutta la mia giornata ad attendere di vedere, assaporare, gustare e ammirare, esattamente quella dolcissima, genuina, spontanea e amabile, danza della contentezza.

Così la chiamo.

Danza della Contentezza.

La faceva il mio cuore quando ho scoperto di aspettarla, lo faceva già da principio la mia piccola, nella pancia.

Insieme tutto passa.

Danza della contentezza.

La sua, la mia.

Foto Marta Robichon Fotografie, che è riuscita a cogliere, “La Danza della Contentezza”.