Sapete quando vostro figlio afferra scaltro, veloce e imprevedibile, qualcosa di frangibile e prezioso, tipo chessò, un calice di cristallo della dote di nozze della vostra bis nonna, incautamente appoggiato sul tavolo da pranzo, e voi vi avvicinate camminando lentamente, cercando di negoziare con lui come fosse un pazzo criminale con una bomba allacciata al busto e con i pollici pronti sui pulsanti collegati all’ordigno per attivarne la deflagrazione?
Ecco, solitamente quello, a quel punto, angelico all’apparenza, si esibirà in un sogghigno, e, mentre voi riuscirete ad afferrare saldamente (nella migliore delle ipotesi) un’estremità del prezioso oggetto, il tenero erede stringerà ancor di più la presa sulla porzione occupata dalle sue piccole manine paffute, sfoderando l’inaspettata morsa d’acciaio di una tenaglia da maniscalco e la motivazione di un Pitbull cui stanno cercando di sottrarre un osso.
In quel preciso momento, TU GENITORE, mentre spaventato sei intento a tirare da una parte urlando disperato “Amore, LASCIA! MOLLA, STO BICCHIERE C’HA settant’anniiii” e quell’altro continua a stringere ridendo beffardo lo stelo delicato, deciso a farti sudare fino in fondo il ratto del bottino dalle sue furbe estremità, ecco che REALIZZI nitidamente, come ti capiterà di fare innumerevoli altre volte nel corso di una stessa giornata, quanto TUO figlio sia testardo, tenace, dotato di una convinzione ferrea, un’ inesorabilità stagna, coriacea come il guscio e la volontà di una tartarughina che vuole arrivare al mare.
Già.
I bambini sono piccoletti, dal passo incerto, l’espressione da putto sovrastata da una morbida capigliatura cotonata: ma dentro sono come Terminator, saldi e motivati allo stesso modo di un tenente dei Marines, inesorabili come una ruspa, inamovibili come un cingolato.
Cadono mille volte e picchiano la testa altrettante. S’arrampicano e capitolano, strisciano e s’incastrano.
Ma comunque, si tirano sempre in piedi, sempre fuori, sempre su, sempre avanti, e più passa il tempo più ti intimano, espressamente, di lasciarli fare da soli.
Quelli ti soffiano da sotto il naso il flûte delicatissimo, e non lo lasciano, almeno finché non lo decidono loro, mentre tu, grande e grosso, sudi come un gorilla che corre sul tapis roulant.
I bambini sono i nostri veri coach, i nostri motivatori, allenatori, esortatori, maestri: loro ci insegnano che per quanto piccolo tu possa essere, per quanto basso, incerto e alle prime armi, nessuno potrà mai impedirti di tentare di raggiungere i tuoi obiettivi, a prescindere da quante cadute farai e ostacoli incontrerai.
Fai come i bambini.
Sii fortissimo, cocciuto, ostinato!
Magari sfoderando un bel sorriso.
Afferra il bicchiere di nonna, e stringi più che puoi!!!
storiediparodiaquotidiana
Illustrazione:Stasys Eidrigevičius