I bambini piccoli, sono leeeeentissimiii.
Davvero, lenti come una lumaca, rilassati come dei bradipi.
Sono lunghi a mangiare, a camminare ed anche ad addormentarsi.
Quelli a colazione sono capaci di mangiare un cereale alla volta, masticandolo 35 volte come vorrebbero i manuali per salutisti. Prendono su una ciambellina al miele, la sollevano tenendola fra il pollice e l’indice e la rimirano alla luce del sole che entra dalla finestra: poi, finalmente, la mettono in bocca. E così di seguito, che una ciotola potrebbe durare mezza mattinata.
E tu sei lì che saltelli loro intorno, dicendo “Su, su amore! Dobbiamo andare all’asilo! Siamo in ritardo, siamo in ritardo!”.
Loro sono lenti come un lamantino in piena digestione, mentre tu sei uguale spiccicato al Coniglio Bianco di Alice nel paese delle Meraviglie dopo l’assunzione di un acido.
Non parliamo poi del momento della passeggiata: un passo avanti, dieci indietro. Due passi avanti, otto in laterale. E poi: la raccolta dei sassi, la caccia alla mosca, l’individuazione del gatto che scappa lesto, lo stupore per il volo dell’uccellino, l’ammirazione del cane che abbaia. Un rosario appassionato di “Cos’è?”, “Chi è?” e “perquè?”.
E tu sempre lì che sproni ad accelerare, che inciti a procedere. “Dai amore, di sto passo non si arriva più!”
La sera, poi, quelli non dormirebbero mai.
Dopo aver proceduto a cena a conciare sé stessi e l’ambiente circostante come farebbe solo un pittore squilibrato in preda all’ennesima crisi isterica, ecco che si mettono a fare di tutto fuorché dormire. Il libro delle fiabe lo vogliono guardare tutto, dall’inizio alla fine, e riconoscere insieme ogni singolo personaggio ritratto nelle pagine.
E poi: lavaggio denti, mani e piedi con la flemma di un centro benessere a Bormio.
E tu, sempre lì che corri di qua e di là, incitando il tuo piccolo a sbrigarsi un po’: “Amore, bisogna andare a nanna, è tardi, domani c’è l’asilo!”.
Carissimi mamma e papà, noi abbiamo sempre fretta.
Sempre.
A volte anche la domenica.
Abbiamo fretta anche per motivi onorevoli, per carità, tipo chessò, andare a lavorare.
Ma anche solo una volta al giorno, quando non c’è un reale e stringente impegno a toccarci il tempo, fermiamoci un secondo ad ammirare lo spettacolo.
I bimbi sono la nostra seconda occasione di indugiare un momento, prendere fiato e agguantare quel tempo che ci sfugge di mano.
Grazie a loro saremo davvero padroni di un attimo, anche se si tratta solo di un quarto d’ora.
Una meravigliosa porzione di vita senza premura, passato a guardare attraverso quella benedetta ciambellina al miele il sole che sorge, a camminare avanti e poi indietro come un gambero, a raccogliere un sasso, a cacciare la mosca, ad individuare dove sia andato il gatto lestissimo, a guardare l’uccellino che vola, ad ammirare il cane che abbaia, a rispondere ad ogni “Cos’è?”, “Chi è?” e “perquè?”, a ripassare ogni singola Biancaneve, Bellaaddormentata e Cappuccetto Rosso del libro di fiabe, a strofinare un dente alla volta, alla velocità di un piedino all’ora, per poi andare verso il letto e giocare a chi sta più sveglio, perché io non ho fretta di dormire, no, ho solo voglia di dirti quanto sei amato, una volta in più, ancora una, prima che finisca questa velocissima giornata.