Storie di parodia quotidiana

Una sera d’estate di ordinaria follia

Mi asciugo la fronte, con il dorso dell’avambraccio.

Sono stremata, vedo appannato.

La temperatura si aggira sui 35 gradi, che percepiti paiono 50, tondi tondi, con un tasso di umidità che neanche a La Mecca.

Mi siedo, con le gambe tremanti, cercando di recuperare un po’ di forze, quando una potente detonazione dolosa del cesto delle costruzioni ad opera dell’infante di casa, accompagnata da un urlo barbaro, mi travolge e mi fa trasalire

In un attimo, ci sono mattoncini dappertutto e un fischio mi risuona sordo, nelle orecchie.

Ed è così, che si inaugura una comunissima serata d’estate, di ordinaria follia, in una casa dove vivono uno o più infanti, caricati a ultracapacitori al carbonio.

Tu e la tua dolce metà, dopo aver raggruppato in un mucchio scomposto le stoviglie della cena, averle ordinatamente fatte su in un sacco a mo’ di refurtiva utilizzando la tovaglia allo scopo, e aver proceduto infine a gettare tale malloppo alla rinfusa nella lavastoviglie, credete A TORTO di essere giunti onorevolmente all’epilogo della vostra afosa e tormentata giornata, e di meritarvi un posto ad honorem sul divano patronale.

Il cane è spalmato come lo Spuntì sul parquet, con la lingua ordinatamente appoggiata a fianco del muso e un’espressione tipo “qualcuno mi cosparga di CO2 allo stato solido – intendendosi con ciò -voglio essere intinto in un bacile di granita, oppure lasciatemi semplicemente morire qui per scioglimento spontaneo”.

T’appoggi sui cuscini, agghindata nel tuo infimo pigiama estivo, per venir subitamente crivellata come una forma di Emmental rigorosamente FUORI FRIGO, da un banco vorace e agguerrito di zanzare-piranha a digiuno da 3 giorni.

Intanto, il tuo baldo erede, è sul tappeto che traffica, laborioso e instancabile come Charlie Chaplin in Tempi Moderni.

Mentre ti domandi quando il sonno avrà la meglio su quel piccolo essere sollecito, vieni colpita da un non meglio identificato balocco contundente, con sottofondo di risata malefica dell’autore del crudele gesto sleale.

Papà s’appisola accanto a te, sudato come un pollo e visibilmente sofferente, come si fosse addormentato su degli spilloni, come un fachiro.

< PAPA’!> urla l’unno brandendo un telecomando, accortosi del tutore intento a batter la fiacca.

< che..che c’è?> sobbalza il pover uomo, mettendosi repentinamente seduto.

<QUI!> gli intima la sua progenie indicando il tappeto, con i modi perentori di un narcotrafficante colombiano con poca pazienza condita di scarsissimo senso dell’umorismo.

Papà si avvicina come un automa, solleva un cubetto e lo tiene lì, sospeso a mezz’aria: probabilmente dorme ancora.

D’un tratto l’erede si rizza in piedi e salta in groppa al suo cavallo gonfiabile strillando come Xena la Principessa Guerriera, cercando di domarlo come stesse a cavalcioni di FURIA IL CAVALLO DEL WEST CHE BEVE SOLO CAFFEEEE PER MANTENERE IL SUO PELO PIU’ NERO CHE C’EEEEE! Il tutto lasciando papà a vegetare sul tappeto, sempre con il solito mattoncino colorato sospeso davanti alla faccia.

Tu intanto stai seduta, sperando d’esserti magistralmente mimetizzata con la fodera del divano.

L’inarrestabile lillipuziano cambia ancora attività: la ditta traslochi e imballaggio materiali ingombranti prende ufficialmente servizio. Ed è tutto uno spostamento di sedie, un sollevamento e cambio di allocazione di pezzi d’arredo della sala, il tutto accompagnato da versi stentorei di indicibile sforzo ed esclamazioni tonanti di laborioso impegno.

<MAMMA!> sbotta ad un tratto il piccolo eroe con fare da malavitoso incallito, afferrando un libro di fiabe e alzandolo sopra la testa a due mani tipo Mosè che scende dal monte Sinai mostrando le tavole dei Dieci Comandamenti: 
<B-I-L-L-O> scandisce minacciosamente.

<Vuoi che ti legga una storia amore? Anche se non ci vedo, ho il sudore negli occhi, una zanzara del cast di Twilight mi ha prosciugato la giugulare e ho difficoltà a proferir parola?>

<MAMMAAAA!> grida spazientita l’Alouatta in miniatura.

<Ok, ok…c’era una volta…>

La mamma capisce che quello è il momento buono, quello cruciale: stasera tocca a lei il compito cardine e decisivo, mentre papà permane in versione blocco di Stonehenge immobile, sul tappeto della sala, distrutto dalle fatiche della giornata. 
Mamma sa che durante la storia dovrà applicare gli antichi metodi pseudoscientifici fatti di rudimenti di ipnoterapia per trarre astutamente e in modo definitivo il figlio fra le braccia di Morfeo, così da assicurare a lei ed al suo compagno qualche ora di lavico sonno sudato.

Modulazione della voce, carezze e immagini meravigliose: ecco gli ingredienti del cocktail “nanna garantita”.

La magia sembra non funzionare, subito.
Ma poi..
L’occhio del cucciolo d’uomo inizia a chiudersi e schiudersi dolcemente, le palpebre calano, le manine si dischiudono come la corolla di un fiore al sole, il corpicino candidamente abbandonato, i piedini rosa teneramente appoggiati l’uno sull’altro.

Un sospiro e il piccolo dorme, cullando tutti i presenti con respiri regolari.

Mamma chiude il libro, soddisfatta.

Abbandona la testa sullo schienale del divano e chiude gli occhi, per un momento.

Che silenzio, che relax.

Poi lo avverte: il vicino sta portando il suo pechinese a fare la passeggiatina serale.

Mamma guarda allarmata il cane-pelle d’orso a cui vibra visibilmente un baffo.

Il segugio issa la testa, ritira la lingua allappata.

< N-No..no…>

..si tira in piedi, carica con le zampe posteriori…poi sgomma e scatta, abbaiando in modo possente e continuo ,come un ossesso, verso il balcone, sbandando pericolosamente ad ogni accelerata.

<MAMMA! QUAQUA!> esclama il coniglietto della Duracell, dopo aver spalancato gli occhi come un piccolo Frankenstein.

Ebbene..

BUONA NOTTE MAMMA E PAPA’!

La struttura fisica del bimbo, in relazione al suo peso, non è adatta a farlo star sveglio per tutte quelle ore a quel regime ininterrotto di attività, ma lui non lo sa e non smette di giocare, MAI, lo stesso.”

Fonte dipartimento scientifico University of the Street, settore genitori sudatissimi

Illustrazione Manon De Jong