Storie di parodia quotidiana

Quella cosa lì, di dire le parole quasi giuste

Quella cosa lì, di dire le parole quasi giuste.

Mia figlia si diletta a far ridere, come tutti i bimbi.

Lasciate che vi spieghi, qual è il il suo modo preferito.

Se le dico una parola, quella la ripete paro paro, come un merlo indiano.

Poi, la dice un’altra volta, ma in questo caso, la dice quasi giusta.

Per esempio:

<MAMMA! Cos’è?>

<Questa è UVA amore.>

<UVA?>

<Sì, UVA.>

<UBA.>

<Uva!> scoppio a ridere io.

Da quel momento in poi, dato che ha fatto ridere, l’UVA, anche se sa benissimo che si dice UVA, la chiamerà UBA.

<Chi è?>

<E’ un TOPO amore.>

<TOPO?>

<sì, TOPO, brava.>

<POTTO.>

<Topo!> grasse risate.

Il Topo, sarà il POTTO, ufficialmente, senza se e senza MA.

Perché quello ha il naso a bottone, le orecchie rotondine e la faccia buffa, ma se si chiama POTTO, fa ancora più RIDERE.

Ancora una volta, mi hai fatto arrivare ad una conclusione epocale, amore mio.

Le cose quasi giuste a volte, sono davvero le migliori.