Mia figlia non dice no.
Lei dice “basta”.
Con LO SMODATO RICORSO a questo termine, lei intende, secondo le più recenti, avanguardiste e aggiornate interpretazioni linguistiche, filologiche e filosofiche,
“ compare/comare, mi duole recarLE un dispiacere, ma mi trovo costretta,mio malgrado, a declinare l’offerta”.
Amore, facciamo il bagnetto?
“BATTAAAAA, BATTTA, BATTTA!”
Una mosca le si posa sul braccio:
“BATTAAAA, BATTA, BATTA!”
Il gatto dei miei, la Sissi, anche detta “ se t’avvicini ti ridisegno a mia discrezione i tratti somatici a suon di zaffe in faccia” comincia a incedere verso di lei:
“BATTA, BATTTA, BATTA!”
Io mi accosto con una dubbia broda al semolino con la chiara ed evidente intenzione di fargliela ingurgitare:
“MAMI! BATTTA!”
Il Claudio la sveglia con un bacio, di lunedì ( a lei non piace essere svegliata. Lei ha sonno. Tranne il sabato e la domenica, quando si desta da sola alle sei e quarantacinque.)
“BBATTTTTTAAAA!”
Il bello del basta, è che viene interpretato magistralmente sia a livello di mimica, gestualità, toni e volumi.
C’è il basta drammatico, quello cortese, quello intransigente.
Il basta sorridente, quello “vorrei ma non posso”, quello “levati immediatamente!” urlato a decibel insostenibili.
Esiste il “Marvi basta annusarmi il popò!” e il “Marvi basta fregarmi i biscotti dalle mani”.
Il Basta di rimprovero, poi, s’accompagna al nome proprio della persona da redarguire:
“Clara, BATTA!”
“Claudio, BATTA!”
Come si dice.
Annamo bene.

