Storie di parodia quotidiana

Dichiarazione d’indipendenza delle mamme

L’altro giorno ho letto un articolo in cui si diceva che le mamme non devono mai, e dico mai, urlare. Esse devono rimanere sempre calme e controllate, motivare e spiegare ogni loro azione pacatamente, così il loro bambino crescerà più felice.

Non mi vergogno a dire di aver riso sguaiatamente per dieci minuti abbondanti.

Io a volte faccio degli urli da far ulurale tutti i cani del quartiere, da far crepare la cristalleria della vicina, da far crollare gli stalattiti sulla Margherita.

“Ma mi faccia il piacere!”, proprio come diceva Totó.

Da qui, ho deciso di scrivere la dichiarazione d’indipendenza delle mamme, perché ogni giorno ne sento una nuova, peraltro stilata sottoforma di “dieci semplici consigli” per essere un genitore esemplare, aureo e inappuntabile.

Udite, udite

Perché un bambino sia felice non è necessario che la madre divenga un’asceta, imperturbabile e impassibile di fronte a qualunque stimolo circostante. Non serve sia inalterabile come un mistico, controllata e pacifica come un anacoreta.  Probabilmente con l’esperienza potrebbe anche acquisire tali doti, ma non è necessario comunque che le possegga di serie.

Perché un bambino sia felice serve che la mamma segua meno elenchi, meno regole, meno precetti, meno manuali per “essere una madre perfetta” ma più l’istinto e il cuore.

Serve che le mamme siano libere di scegliere, e libere anche di sbagliare.

Serve che le mamme siano libere di urlare, qualche volta, perché arrabbiarsi è importante quanto ridere con i propri figli.

Serve che le mamme siano informate, ma anche svincolate dal continuo giudizio altrui.

Udite, udite

Le mamme sono donne cui capita di sentirsi oggi un cesso a sonagli e domani bellissime, anche solo dopo essersi concesse una pausa pranzo dalla parrucchiera.

Alle volte riescono a far tutto, come fossero la dea Kalì, altre si limitano a praticare un varco fra giochi e panni sporchi recitando contumelie al contrario, nel tentativo di raggiungere stancamente il letto.

Ci sono giorni in cui si lavano a sezioni, ed occasioni in cui riescono trionfalmente a guadagnarsi la doccia e ci si stanziano per un quarto d’ora buono a lessarsi come un broccolo, per uscirne rigenerate come fossero state alle terme di Saturnia.

Le mamme hanno giorni sì e giorni no, non devono essere sempre impeccabili ed eccellenti, ma soprattutto non nascono perfette ab origine, anche se poi per un figlio lo sono sempre.

La mia mamma per me è tutto, per esempio: antidepressivo, fonte di buonumore, sorgente inesauribile di buoni consigli, ottimismo e soluzioni. Lei è la mia guida e la mia verità. Vorrei mandarle un cesto alla settimana, con biglietti di scuse e ringraziamenti per avermi sopportata da adolescente.

La mamma è indiscutibilmente la cosa più perfetta a cui riesco a pensare.

Tutte noi saremo mamme perfette?

Agli occhi dei nostri bimbi certo, lo saremo, mostrandoci per quello che siamo, imparando dagli errori quotidiani, vivendo la vita ricordandoci che non c’è un manuale d’istruzioni.

Urlando anche.

Ed anche facendo tutte le cose bellissime e innegabilmente  faticose che facciamo ogni giorno.

Ma soprattutto.

Le mamme non sono perfette.

È l’amore di una mamma ad esserlo.