Storielle e minuti aneddoti di Parodia

La sconfinata pazienza di mia figlia

La nostra bambina, oltre ad essere ad immagine e somiglianza di mio marito, ha preso da lui anche l’espressione imbronciata e soprattutto la proverbiale pazienza.

Premetto, lei ha quasi un anno e mezzo.

L’altro giorno, per esempio, nella sala d’aspetto della pediatra, c’era un neonato che continuava a piangere. Sarà stato il caldo o chissà cosa, comunque era davvero inconsolabile, anche se la mamma si prodigava in tutti i modi per calmarlo.

Mia figlia lo scrutava rapita, non riusciva proprio a distogliere lo sguardo da lui: “ti piace il bimbo piccolo amore? Hai visto che carino?”.

Quella prima mi guarda come avessi detto una castroneria senza precedenti, e poi comincia ad incedere verso di lui, camminando come un piccolo soldato.

Gli si para davanti, si blocca, e in modo risoluto, con un gesto deciso della mano, esclama: “BATTTA!” ([bà-sta] A inter.Si usa per interrompere un discorso, per ordinare la cessazione di qualcosa o per imporre silenzio: se lo incontro, se lo vedo … b., so io quel che farò (Manzoni); b., state zitti!zitti!)

Eccola qui, la mia condiscendete piccola principessa.

Per non parlare di quando vuole passare per forza da anguste vie, portandosi dietro un gioco tre volte più grosso di lei, pretendendo che un mobile le faccia la cortesia di togliersi autonomamente di mezzo e, non riuscendoci, cominci a innervosirsi e infuriarsi peggio di Marrabbio, oppure il momento in cui si inalbera sentitamente e immediatamente se non le riesce di aprire una cosa chiusa o, d’altro canto, chiudere una cosa che non si smuove, quando perde le staffe perché decide di colorare con un pennarello che si rivela essere scarico o far combaciare due lego che non ne vogliono sapere per nulla di collaborare.

Ah, “santa pazienza!”, è proprio il caso di dirlo!

Alle volte, devo ammettere, il suo grado di indisposizione, insofferenza e irrequietezza subisce un così violento tracollo che mi trovo costretta a muoverle delle bassissime e irripetibili minacce:

“Lea, guarda che se continui così ti attacco Rolls Royce di Achille Lauro”.

“no, mamma, no, batta, batta!”