Storie di parodia quotidiana

IL CAMBIO PANNOLINO

Sei un bijoux amore mio:gote rosse, occhioni grandi da anime giapponese e sorrisi irresistibili.

Mandi baci espressi con un colpo di manina, inviandoli con dolcezza e recapitandoli spassosamente schiudendo il tuo piccolo e delizioso palmo, dove li catturi per un momento dopo averli scoccati.

Quando dormi pari un angelo, quando scoppi a ridere fai vibrare la mia anima, il suono della tua voce fa accelerare il battito del mio cuore.

Sei affettuosa e benevola, sempre che io non ti  muova terribili affronti,
come AD ESEMPIO TENTARE DI CAMBIARTI IL PANNOLINO.

Ahimè, in un attimo, senza preavviso alcuno, ecco tramutarti in un piccolo Hulk, incontrollabile e ingestibile come il professor Lupin al chiaro di luna: e hai voglia a spiegarti che per esprimere il tuo disappunto esistono altri modi più pacifici e pacati oltre a gridare e infervorarti che Vittorio Sgarbi sembra un frate carmelitano scalzo, a confronto.

Come un boss di un clan malavitoso non perdoni:cambiarti il pannolino in determinati momenti della giornata, diviene un oltraggio inammissibile, inaccettabile, inescusabile.

Urli e ti dimeni che sembri “Free Willy” che vuole guadagnare la libertà in oceano e ti sbracci come la Pellegrini nei 50 stile farfalla.

Mentre tento di infilarti il pannolino sembriamo Jhon Cena vs Rey Mysterio e intanto il mio perplesso pensiero va alla pubblicità dei Pampers e a quei gorgheggianti bambini assolutamente collaborativi al procedimento suindicato.

Dichiari vendetta e ululi ferocemente, irata come l’Orlando Furioso, agguerrita come il gladiatore che entra in arena, controllata come un Vichingo, spietata come un Unno pronto all’attacco.

Alla fine “dell’operazione cambio” ho bruciato calorie come dopo una lezione di spinning e per recuperare la calma dovrei fare quattro ore di training autogeno e un ritiro spirituale sul Chimborazo.

Cambiata e profumata sei ancora assai innervosita.

Ti stringo cercando di contenerti come fossi una bomba ad orologeria, ti bacio e ti chiedo pietà mentre sprofondiamo nel divano.

Tiri su col naso e mi guardi intensamente.

“Amore, mi hai perdonata?”

Momento di silenzio. Gli occhi luccicano, ancora imperalati di lacrime.

Sorridi.

Immagino ne riparleremo al prossimo cambio💖