Storie di parodia quotidiana

Ricarica

<Cusè mamma?>
Guardo distrattamente il punto indicatomi da mia figlia: <il computer, amore>.
<Co fa?> chiede ancora, indicando con insistenza il portatile, appoggiato sul mobile in sala.
<Come cosa fa? Sta lì…Ah, dici perché è collegato con il filo al muro?> dico illuminandomi <si sta ricaricando> continuo accucciandomi vicino a lei.
Quella annuisce, meditabonda: <caricando> ripete quasi fra sé e sé.
<Sì amore, tutto ha bisogno di caricarsi d’energia. I tuoi giochi, con le pile, per esempio. Il computer, che ci permette di fare tante cose interessanti, anche lui ha bisogno di rinfrancarsi per ritrovare le forze>.
Mi guarda.
<Sai, anche noi abbiamo bisogno di ricaricarci, proprio come il portatile. Ti ricordi ieri sera, quando ti ho detto che le feste erano finite e che quindi bisognava tornare all’asilo, il giorno seguente? E tu eri emozionata ma anche un po’ nostalgica alla notizia? E ti ricordi che allora ci siamo abbracciate per cinque minuti buoni, in silenzio, sedute sul letto? E in seguito tu hai ricominciato a correre come Usain Bolt in stato di ebbrezza per tutta la stanza? Ecco, anche noi ci ricarichiamo, proprio come il PC.>
Sorride.
<Braccio mamma> dice dolcemente, cingendomi il collo con un abbraccio.

“Non conosco energia rinnovabile tanto potente” ho pensato, con gli occhi chiusi.