Ah, quanto invidio le mamme rilassate..
Da quando io sono mamma, tutti a dirmi di stare calma.
“Massì, e stai calma!”; “E rilassati!”; “Quante storie, stai tranquilla!”.
Spiacente di deludervi, io tutto posso essere fuorché “calma”.
Felice, serena, appagata, in faccende affaccendata, innamorata in modo indicibile, sì.
Rilassata, assolutamente no.
Cioè io già di natura non sono una tipa tranquilla.
Prima di diventare madre,però, dovevo solo preoccuparmi che la riga dell’eyeliner mi venisse dritta o quantomeno non troppo spessa ( almeno per recarmi al lavoro) quel tanto che bastasse per non rievocare il Make Up di una Drag Quenn prima di un esuberante ed esilarante spettacolo.
Poi, un giorno, dopo immani fatiche, ecco che mi sono trovata accoccolata fra le braccia una dolcissima neonata, e sono stata travolta da un treno in corsa, carico di una gioia tanto sconvolgente quanto ingestibile.
Da lì, non ho praticamente quasi più capito un cappero di niente.
In contemporanea all’evento, io e quello straccio di calma che avevo imparato leggermente a padroneggiare per sopravvivere agli anni di università, ci siamo ufficialmente congedate, dato che, da dovermi prendere solo cura di me stessa e al massimo di mio marito, che comunque, essendo maggiorenne e vaccinato è del tutto indipendente e capace di provvedere alla propria sussistenza, sono passata a dover badare ad una creautura completamente dipendente da me (e dal suo papà, naturalmente).
La mia piccola, se ne stava lì tutta appallottolata su sé stessa e comunicava con me attraverso pianti dall’enigmatico motivo scatenante, di una tonalità appena sopra il penetrante vocalizzo della scimmia urlatrice quando è incazzata nera.
I primi mesi, sono stata travolta da un turbine di dubbi, quesiti e ansie, aggravate dalle domande moleste e consigli non richiesti di parenti e conoscenti e potenziate dai miei ormoni che ondeggiavano più dell’indice Nasdaq: poppa o non poppa? Oddio quel cordone.. Ma si stacca? Oddio, si è staccato.
Cresce o non cresce?
Dorme o non dorme?
E’ vestita troppo o troppo poco?
Suda? Fa la cacca? La pipì?
Ma e quella testa tutta ballerina? Come la tengo su.. ma quanto è piccola, fragile..
Ahhhh, QUANTO TI AMO!!!!
PER L’AMOR DEL CIELO respira mentre dorme? E in un attimo diventavo MacGyver, vestito dal dott. House: passo del ninja e ascoltazione attenta; orecchio con sensibilità robotica teso verso la neonata dormiente stando attenta a non muovere un muscolo e a non emettere un fiato; presa in considerazione fulminea di utilizzare uno specchietto da porre sotto le narici della piccola come furbo stratagemma di verifica empirica da medico in Siberia, dei primi ‘900.
“Quando starà seduta sarà meglio, con quella bella testa, su, ritta. Molte meno preoccupazioni, ne sono certa”, PENSAVO ALLORA, IO, INGENUA CREATURA.
E così, quella ha tenuto su la testa.
Non solo.
Ha preso ad afferrare le cose e a scaraventarle con forza inaudita a metri di distanza, manco fosse stata un lanciatore di baseball di serie A.
Poi ha cominciato a ciucciare tutto ciò che gli capitava a tiro, mentre io cadevo disperata nel folle baratro della tensione che s’ingoiasse qualcosa.
Mentre me ne stavo lì a farmi enciclopediche seghe mentali, la mia amata rampolla ha inaugurato la stagione dello strascinarsi strategico e del rotolamento militare, con le movenze tipiche di una contorsionista del circo Orfei: sbalorditivamente riusciva anche a raggiungere (con la finalità di assaggiarsele) cose di cui io, ignoravo totalmente l’esistenza.
Non parliamo poi dell’epoca dello svezzamento.
Mangia? Non mangia?
Non mangia, ovviamente. Almeno non quanto l’opinione pubblica riteneva lei avrebbe dovuto mangiare. Ed ecco tutti a vestire i panni dei luminari nutrizionisti infantili,giusto per mettermi un po’ d’ansia e tensione aggiuntiva.
Non é ancora pronta o sono io che sbaglio qualcosa?
Questa carota sarà realmente biologica?
Questa patata avrà visto i suoi natali in Italia?
Intanto, per non saper né leggere né scrivere, mi sono messa ad applicare il tempo di cottura dello stracotto di manzo al barolo della domenica, al tristissimo brodo di zucchine, che borbottava mestamente nella pentola per indefinite ore e impietosi pomeriggi fatti di vapore acqueo su ogni singola finestra e piastrella di casa.
Praticamente facevamo la sauna al brodo di verdure.
In seguito, ho preso a ridurre le pietanze in così piccoli frammenti, che gli stessi risultavano impossibili da individuare senza il ricorso ad una lente d’ingrandimento.
La piccola in tutto ciò, è passata a gattonare ed agganciarsi alle cose per tirarsi in piedi.
Svuotava allora i ripiani più bassi, con fare smargiasso e gesti decisi del piccolo, serafico avambraccio.
Ha preso a rotolare, andare a cento all’ora, gorgheggiare e sfidare valorosamene ogni pericolo.
Io intanto correvo e rincorrevo, facevo squat e piegamenti, la sollevavo con solerzia e la spostavo lontano dai pericoli e quella appena riposta a terra, ci ritornava immediatamente appresso.
D’estate litri di crema solare e abbigliamento tipo Tuareg nel deserto.
E poi, è iniziato il nido e con questo una sequela violenta ed arrogante di nuove ansie e malanni, gentilmente distribuiti a tutta la famiglia dal piccolo virione in cui si è tramutata la nostra dolce bambina.
“Cosa diamine è quello sfogo?” e cambi pannolini su sederi arrossati ad altissimo tasso drammatico.
Con trent’anni (e fischia) mi son trovata ad affrontare una febbre da stendere un pachiederma di sei tonnellate, quando l’uljltima volta che mi era venuta, facevo la seconda elementare.
“Mamma, sbaglio o hai detto PARRUCCHIERA/GITA FUORIPORTA/IMPEGNO PROGRAMMATO? No, perché a me pare mi stia venendo giusto un po’ di tosse/febbre/congiuntivite”.
In tutto questo la piccola erede ha preso a camminare: sembra di vedere gli attori di Jackass, tanto la buffa umana in miniatura deambulante continua a sfidare ogni sorta di limite e pericolo.
Al parco s’arrampica come un lemure attenta a selezionare solo le giostre vietate ai bimbi sotto i tre anni.
Sono sempre più convinta che da grande voglia intraprendere la carriera dello stuntman, dopo averla trovata, dopo essermi girata un millesimo di secondo per spegnere il gas, quasi per magia, seduta autonoma su una sedia, con lo stesso inquietante sorriso di uno di quei pupazzi da ventriloquo.
Corre come una scheggia, ride come una gradassa, sorda ad ogni mio reclamo; rimbalza di qua e di là come una pallina in un flipper, facendo “opsssss BUMMMM!”.
Un po’ mangia e un po’ fa laboratorio artistico.
Disegna sul muro, si scrive la lingua.
Ricapitolando,già di per sé sono la regina del dramma, in più faccio un sacco di cose al cardiopalmo ogni giorno: corro, asciugo, pulisco, lavo capelli pieni di pappa di una bimba contrariata, abbraccio, bacio, consolo, spiego, intimo, motivo, scrivo, fotografo, rido, mi spavento, perdo l’uso dei timpani a suon di strilli contrariati, mi nutro delle risate della mia bambina e della sua espressione concentrata quando gioca, raccolgo stoicamente cose gettate nel water e tratto macchie incancellabili, osservo misera le lavatrici che s’accumulano, non vedo l’ora di tornare dal lavoro, spalmo orripilata creme su sfoghi e faccio lavaggi schivando calci e pugni della piccola erede furente, il cuore mi va in gola quando leggo sullo schermo del cellulare il nome “asilo”, dormo seduta, con un piede in faccia, su una striscia di letto, canto solo canzoni da bambini e ripeto ogni giorno il verso di ogni singolo animale, cerco le chiavi sul tavolo che mia figlia ha messo goliardicamente nel cassetto delle mutande, sono pelosa come il bigfoot perchè non riesco mai ad andare dall’estetista
E SOPRATTUTTO
NON STO CALMA PER NIENTE