Storie di parodia quotidiana

Una piccola mano, da quando sei nata, regge il nostro mondo.

Una piccola mano, da quando sei nata, regge il nostro mondo.

Fin dai primi mesi di attesa, ti ho percepita come una luce che mi trapassava da dentro,

illuminando e scaldando ogni mia parte, fino a raggiungere la punta di ogni estremità;

scioglievi nodi, accarezzavi sogni,

eri sole in angoli bui, dimenticati.

Per tanto tempo, siamo state un solo cuore, un solo abbraccio, un solo passo.

Un solo stomaco, insaziabile.

Eravamo noi, che stavamo diventando te.

Avevo voglia di scoprire, averti, conoscerti, toccarti… provavo a immaginare come sarebbe stato, cosa avrei provato davvero, una volta avessi fatto capolino da laggiù.

Poi, il momento è arrivato.

Quella là, è stata una notte lunga

una notte di attesa, stanchezza, sonno, trepidazione, fatica, sostegno e impegno, caldo e dolore

sussurri e incoraggiamenti,

sete, bocca allappata, tenero e accorto supporto.

Quella, è stata la notte più bella della mia vita, all’epilogo della quale ho conosciuto uno stringersi nuovo, da fuori, che era dolorosamente ancora un dentro,

uno stringerti, davvero

quella piccola te che avevo nutrito e stretto intimamente, profondamente e totalmente per mesi. Una te con cui avevo condiviso speranze e paure, idee e sospiri, immagini, risate, lacrime e canzoni.

Quando sei nata, tutto si è fermato: anche se avevamo tante persone intorno, e benché io fossi senza mutande e in forma diversamente smagliante, mi sentivo completa, a mio agio, indicibilmente serena, come mai mi era accaduto.

Poco prima c’era il mare in tempesta, subito dopo, la superficie immobile di uno specchio d’acqua trasparente, illuminata da un’alba da togliere il fiato.

Una piccola mano con tutte le sue unghiette stringeva il mio dito, come a volersi aggrappare alla nuova realtà, come a voler toccare per credere, finalmente: so che anche tu avevi smaniato per mesi, coccolata dal battito del mio cuore, agognando il nostro primo incontro, il nostro amorevole ed emozionato tocco.

Una dolcissima neonata se ne stava raggomitolata sulla mia pancia, percepivo il suo peso, toccavo incredula la sua pelle diafana, assaporavo un calore sconosciuto che mi bruciava il cuore, da dentro e da fuori.

Papà emozionato ci guardava, con uno sguardo che non avevo mai visto prima,

senza parole,

osservava e trasudava una palpabile felicità.

Lui ti aveva scorta nelle ecografie, sentita anche, ma non aveva capito fino in fondo cosa saresti stata: piccola e travolgente, devastante, qualcosa che spezza e ricostruisce in un attimo, da capo, per sempre.

Ci vedevo, quasi da fuori: eravamo diversi, eravamo noi, completi, basiti, intenti a toccare e stringere fra le braccia il nostro amore, divenuto tangibile.

Eri la cosa più delicata, indifesa, nuda, autentica e pura che avessi mai contemplato e sfiorato,

la tua presenza aveva riempito tutta la stanza,

rallegrato i volti stanchi,

disteso sorrisi,

trasformato il male in benessere,

le esortazioni in esultanze.

Ci hai travolto con una forza sconosciuta, da pelle d’oca, da cuore in gola,

sei stata il gradino da cui abbiamo sfiorato per la prima volta il cielo, con un dito.

Rivedo quegli occhi aprirsi sul mondo,

così grossi su quel faccino minuscolo,

un profumo mai odorato,

suoni mai uditi che mi sconvolgevano e animavano in modo inedito.

Una piccola mano, ora, reggeva il nostro mondo.

Ricordo tutine piccolissime che ti stavano abbondanti,

notti ad osservarti, sollevarti e stringerti a me.

Dopo quella del parto, alte notti sono state di veglia,

assonnate, faticose, silenziose e rumorose,

e poi giornate lunghe,

ad accudirti, a tenerti, conoscerti, annusarti, ed amarti, follemente.

Una piccola mano, da quando sei nata, regge il nostro mondo.

Una voce minuta, occhi luminosi e idee brillanti, da quando sei nata, riempiono la nostra vita.

Sei un amore fatto di pelle, braccia, cuore, fatica e appagamento completo.

Sei forza, sei vita.

Sei maestra, canto, gioia

Sei tu, unica, simile a noi ma uguale solo a te stessa.

Sei la nostra più bella storia, da scrivere ogni giorno,

insieme.

Sei versi di pura poesia, da leggere e rileggere, a voce alta, sussurrando, ridendo, urlando, interpretando, piangendo di gioia.

Sei estro, ispirazione.

Una piccola mano, da quando sei nata, regge il nostro mondo.

 Buon compleanno amore mio.