Il Claudio è un FAN SFEGATATO dei documentari.
È la groupie per eccellenza di tutti i programmi formativi di Netflix.
Davvero, una noia mortale.
Se ne pippa di tutti i tipi: e quelli sullo spazio, e quelli sulla flora e la fauna delle foreste decidue umide degli altopiani orientali e la vita segreta dello Scarabeo stercorario, e come si costruiscono i freni dei treni della flotta Russa, e le abitudini socio-culturali delle tribù indigene della Papua Nuova Guinea, e gli incontri ravvicinati con gli extraterrestri con testimonianze dirette di villici avvinazzati di ritorno dalla locanda del posto, e i curiosi e affascinanti riti di corteggiamento dell’orice gazzella e la storia della ruota, dalla sua invenzione al suo impiego odierno nei più avanguardistici rover lunari.
Storia, geografia, cultura generale, spettacolo, scienza, biologia, anatomia, tecnologia, astronomia, viticultura, arte dell’estrazione dei metalli pesanti e chi ne ha più ne metta, ed ecco che quello s’atteggia come un docente illustrissimo della Princeton University e potrebbe di certo stracciarvi tutti ( o comunque certamente me, senza sforzo alcuno), a trivial pursuit, anche ad occhi chiusi, sicuramente almeno nella categoria natura e scienza.
POI, tre settimane di ferie con la sua bambina a passeggiare mano nella mano insieme al cane, e il mio saccentissimo e “questalaso!” marito, parla esattamente come la “mia prima fattoria” che sta sul tappeto in salotto.
Un tripudio celestiale di onomatopee, gorgeggi e sorrisi giganti. Una totale incuranza del fatto che gli animali non vengano assolutamente e scelleratamente più divisi, riconosciuti, individuati e categorizzati per specie/genere/famiglia/ordine/classe/regno: quello è semplicemente e amabilmente un PIO, laggiù c’è la QUA QUA, più in là una splendida BE-BE.
SUPER QUARK, ti devi momentaneamente levare, papà si sta godendo il documentario più bello e appassionante della vita💗