Continua la saga “Gioie e dolori della ristrutturazione edilizia”.
Comunque, ieri gioie.
E anche un consiglio di beauty.
Allora, è arrivato ufficialmente il tempo di tinteggiare.
O ALMENO QUESTO E’ QUELLO CHE PENSAVO IO.
Infatti, ahimè, essendo una profana della ristrutturazione edilizia, ovviamente ignoravo le pallosissime e invalidanti fasi prodromiche del “dare il bianco”.
Già mi vedevo col mio bravo secchiello e un pennello sottobraccio, a calcarmi in testa un cappello fatto di carta di giornale, calato spiritosamente sulle ventitré.
Convinta allora, di dover utilizzare semplicemente il rullo, subentro in casa a grandi passi convinti e assai spavaldi.
Il Claudio, si materializza immediatamente davanti a me, come mi stesse attendendo proprio dietro alla porta d’ingresso:
“Ce l’hai fatta a portare la Lea dai nonni?” commenta preliminarmente, prontamente immedesimatosi nel capo mastro fiscale ed intransigente e peraltro anche dotato incredibilmente del dono dell’ubiquità (lui è sempre e costantemente ovunque, in ogni stanza, a redarguirti e giudicare il tuo approssimativo lavoro).
“PRIMA DI PITTURARE,C’È DA CARTEGGIARE”mi informa e sentenzia poi, facendo cenno col capo alla carta abrasiva appoggiata sul davanzale di una finestra.
“Ah, ok..” faccio io mascherando una somma perplessità.
Oggi, come anticipato, parlo di gioie, perché in casa è entrato l’aiuto massivo degli amici, intervenuti per dare uno slancio decisivo all’andamento dei lavori.
Ovunque allora, c’era gente intenta a sfregare il muro, carica di polvere e arrangiata peggio dei minatori di talco.
Quindi, l’attività di ieri è stata caratterizzata prettamente da tale impiego, ovvero strofinare il vecchio intonaco fino a cancellarsi le impronte digitali e sottoposti costantemente alle osservazioni dotte e saccenti del mio impolveratissimo e laborioso marito.
CONSIGLIO DI BEAUTY.
Per chiunque avesse problemi di eccesso di sebo, come me OVVIAMENTE, il carteggio del muro è assolutamente una soluzione decisiva: certo, c’è la piccolissima nota negativa costituita dalla tonalità assunta tipo mimo, ma anche il duplice vantaggio di guadagnare un’ allure albina speciale ed inconsueta, nonché risolvere totalmente questo fastidiosissimo problema antiestetico, con la minima spesa.
Comunque.
Era tanto che non stavamo tutti insieme: lo stucco, ci ha riuniti dopo tanto tempo, finalmente!

La Vale ha pitturato i termosifoni, il Bobo rivissuto con trasporto il suo passato da apprendista muratore, la Marta utilizzato in modo dinamico il maggior numero di strumenti e sussidi della giornata ( carta abrasiva/aspirapolvere/scopa/spatola), il Botto’ ha scartavetrato anche i soffitti, il Da’ collegato metri e metri di fili e il Claudio valutato severamente il tutto.
Io, dal canto mio, ho raschiato anche un bel pò di muffa, giocandomi sicuramente a causa della candeggina, un gran numero di neuroni che già faticavano a rendere precedentemente, prestazioni efficienti.
Gioie, non solo perchè ci siamo portati davvero molto avanti, ma anche perché abbiamo mangiato felicemente e spensieratamente tutti insieme, seduti a terra a gambe incrociate come gli indiani davanti al camino, in mezzo a un disordine cosmico,e benchè io avessi come al solito toppato la quantità necessaria di cibo per sfamare tutti i presenti.
Gioie, perchè siamo riusciti anche a bighellonare per una ventina di minuti buoni giocando con snapchat che la Vale aveva appena scaricato, morendo dalle risate grazie alla possibilità di metamorfosare la nostra immagine da donna a uomo/da uomo a donna.
CHE SAGOME, RAGAZZI
Trent’anni e non sentirli PRATICAMENTE MAI
