Duemiladiciotto, dicembre.
Mia figlia ha detto “mamma”.
No, no, capiamoci.
Non ha vocalizzato un disordinato “ma” “ma” casualmente somigliante al mio appellativo da genitore.
Ha detto proprio “mamma”, guardandomi nelle palle degli occhi e con una certa cognizione di causa, anche.
Sapevamo sarebbe successo. Ma sentirlo, è stato un’altra cosa.
Il cuore ha fatto quella roba lì del balzo, gli occhi sono diventati languidi e le mani giunte al petto, in ammirazione mistica della prole parlante.
Dopo tutti i “papà” pronunciati, in amorevole e appassionata contemplazione e vezzeggiamento di suo padre (che per inciso non l’ha partorita con dolore A QUANTO MI PARE DI RICORDARE) e padroneggiato in modo magistrale la pronunzia di “ciao” e “cacca”, ecco giungere anche il mio trionfale turno.
HAI DETTO MAMMAAAAAAAAAA!!!
Da piccola mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande e io me ne stavo lì, assorta, indecisa a valutare la convenienza alternativa fra il diventare neurochirurgo o parrucchiera di grido..ed oggi, che non sono nessuna delle due cose, finalmente lo so!
La tua mamma, ecco cosa, senza dubbio, ho sempre desiderato di essere e diventare!
Amore mio, la mamma é una persona equilibrata e razionale (😂🙄🤣) ma per L’AMOR DEL CIELO, se non fossimo un tantino indigenti per poterci permettere determinati lussi o NON temessi di essere internata in un centro di salute mentale ecco cosa farei:
-una creazione artistica in rame, utilizzando la tecnica dello sbalzo, per rappresentare il glorioso momento in cui, indicandomi con un ditino, hai detto “MAMMA!”;
– affissioni di manifesti tre metri per tre, con frasi inneggianti al mio amore per te e alla mia gioia incontrollabile per il fatto di non essere più appellata solo attraverso sporadici “mmmmh” o decisi “cacca!” ;
– commissionare una torta ad Iginio Massari ispirata al meraviglioso rapporto “madre&figliapoppante”;
-un tatuaggio maori su mio guizzante bicipite, realizzato da Maui del Film Oceania, rappresentante l’epica scena;
-organizzare una sobria festa con migliaia di invitati al castello delle cerimonie, in diretta su Real Time, dove festeggiare in modo fastoso il felice evento;
– tenere un incontro in libreria con me ospite, a leggere ad un folto capannello di persone (immaginarie) poesie mosse dall’estrema gratitudine&grazia di essere stata finalmente chiamata
MAMMA