Dentro ogni donna esiste un arcaico, primordiale e misterioso dualismo, costituito dalla compresenza della “massaia arrogante” che spadroneggia in modo incauto fra le faccende domestiche e dall’ “umile cenerella”, ben conscia di avere grandi poteri distruttivi se non misurata nelle azioni ed opere di gestione casalinga.
Tutto va sommariamente bene fintantoché, chiaramente, una parte non tenti di prevaricare l’altra, cosa che purtroppo invece, accade assai di frequente.
Quando la massaia arrogante prende il sopravvento, PER ESEMPIO, accostandosi alla lavatrice e apprestandosi in modo poco ponderato ad inaugurare un ciclo di lavaggio, può accadere che questa si lanci in commistioni di colori di capi azzardate, ritenendo, primariamente a causa della sua dannosa superbia, che ciò non avrà alcuna conseguenza sui cenci che s’accinge a lavare.
Cenerella umile, da qualche parte nascosta, in quei momenti, già teme il peggio avendone chiaramente ben donde.
Infatti, la punizione per la spocchia del suo alter ego, è proprio dietro l’angolo.
Ecco che massaia arrogante, cinquanta minuti dopo, apre l’obló e irrompe in un urlo da vichingo alla vista di una massa informe irrimediabilmente policroma e variegata da far invidia al più agguerrito fricchettone anticonformista e contestatore.
Con gesti iracondi scandaglia ogni capo, e ad ogni constatazione di macchia si lascia andare in grida colme di furore.
Massaia arrogante vorrebbe solo scaraventare la bacinella e tutto il suo contenuto giù dal balcone sbraitando e strepitando,sotto lo sguardo basito della Sig.ra Giovanna del piano di sotto;tenta invece la carta del candeggio in extremis, ottenendo solo la disperata cancellazione totale del colore originario degli indumenti, se mai fosse stato ancora presente.
Cenerella umile e drammatica coglie la palla al balzo e irrompe, guadagna immediatamente la scena, agguanta il telefono piagnucolando e chiama il gran visir dello smacchiatore, il vate del bianco, il gran cancelliere della lotta alle macchie, il ministro della risoluzione dei danni da lavandaia disperata (fra le altre innumerevoli cose):
“Mamma. È successo ancora.”