Storie di parodia quotidiana

La tradizionale corsa ai regali

“Posto che a Natale c’è uno scambio di regali, che i regali vanno presi, impacchettati, poi li metti sotto l’albero…
Posto che il problema principale è procurarsi dei regali, non importa cosa prendi, l’importante è che li prendi..
Provo a non ridurmi all’ultimissimo momento: ventiquattro sera diciannove e ventinove negoziante,stai chiudendo!
Mi accontento di qualunque puttanata una maniglia colorata, un portaspilli, un portafogli, un portafigli, una cagata, qualcosaaaaa!”
Cito una strofa della canzone “Baffo Natale” di Elio e le Storie Tese, come incipit per parlare di questo particolare momento dell’anno in cui, a ridosso delle festività, ecco che s’inaugura una disperata caccia al dono, spasmodica, assurda e davvero poco strategica.
Quanto ammiro quelli che a settembre annunciano trionfalmente di aver già ultimato i regali di Natale, perché “loro provvedono ad acquistare per tempo” , MESE PER MESE, così da non ridursi all’ultimo.
MA AHIMÈ, la maggior parte delle persone, circa a metà dicembre, si trova invece a vagare alla disperata ricerca di un dono, come uno zombie nell’alba dei morti viventi, magari all’interno della Coop, per trovare una soluzione alternativa al doversi impacchettare i palmi delle mani tragicamente vuoti al fine di omaggiare le persone care, dato che ormai è troppo tardi anche per chiedere aiuto ad Amazon, anche se quello è da novembre che ti insinua l’ansia con le “idee regalo”.
Gli occhi vagano allora disperatamente tra confezioni della Badedas o della Malizia con docciaschiuma e profumo, bottiglie di vino, champagne dozzinali con ammiccanti confezioni dalle buffe forme, panettoni, accoppiata vincente cuffia-guanti/guanti-sciarpa/sciarpa-cuffia gemmata ed adornata da una prepotente griffe collocata in più punti.
Giunti a casa con un demoralizzante bottino ecco che ci si accorge, con sommo scòrno, di non aver carta per impacchettare, ma solo sacchetti dell’anno precedente strappati in più punti e costellati di graffette della pinzatrice che per giunta feriscono le mani a tradimento, perciò quindi ovviamente inutilizzabili, come conferma lampante del fatto che l’anno scorso eravamo degli scansafatiche poco scaltri e previdenti esattamente come quest’anno.
Raccattato e composto uno straccio di package per la strenna, ecco che si comincia a provare imbarazzo bruciante sia per il momento in cui il presente alla bell’e è meglio impacchettato verrà consegnato, sia per quando questo, verrà finalmente visionato.
È così, tutti gli anni.
Inutile dire che faremmo sicuramente meglio a non comprare proprio niente, ma siamo de coccio e un piccolo cadeau dobbiamo per forza propinarlo.
Va bene. Comprensibile.
Ricordiamoci però, che il vero regalo siamo noi:il nostro tempo, i nostri abbracci, la nostra presenza, il nostro affetto, la nostra compagnia e sicuramente anche la nostra annuale pessima e irresistibile figura da Babbo Natale con tristissimo gusto, impacchettato anche male.