Storie di parodia quotidiana

Riflessioni 😊

Riflettevo sul fatto che a volte mi è difficile sopportarmi.

Davvero.

E il disordine cosmico che creo, senza applicarmi, senza nemmeno pensarci, mettendo in atto solo il fortunato e prezioso dono personale e attitudine naturale che possiedo per questa ambita disciplina.

E tutto ciò spacco, macchio e brucio, ignorando quella vocina che m’avverte che a una data azione corrisponderà certamente una conseguenza catastrofica, annunciata.

E quando mi perdo in un bicchier d’acqua, smarrisco il controllo e la ragione, in un forum dove si parla di medicina come si converserebbe della “guida alle taglie del postalmarket”.

E quando mi innervosisco perché non riesco.

E quando mi tormento alla follia con domande che spaziano dai grandi dilemmi dell’umanità alle frivolezze che i bell’ imbusti e le giovani donne procaci che fanno quei reality su MTV, al confronto, sembrano fare discorsi da laureandi ad Oxford;

E quando dubito delle mie capacità e faccio paragoni insensati.

E quando mi viene l’ansia e la metto agli altri.

e..

però se ci rifletto ancora un po’, invece, va bene così.

Va bene non aver la risposta sempre pronta, ma maturarla solo diverse ore/giorni dopo.

Va bene accettare che lo sciampo seboregolatore, con me, non funziona una ceppa.

Va bene essere una mamma che dimentica sempre i fazzoletti e l’acqua, che non sa smacchiare le maglie ma a macchiarle è una professionista, che non sa sempre quale sia la cosa giusta da fare, ma che piuttosto, non lo sa quasi mai.

Va bene accettare i propri punti deboli e magari perchè no, scherzarci anche un po’ su.

Va bene arrossire, va bene avere delle idee ma non aver necessità di imporle sugli altri.

Va bene non essere sempre a dieta e sposare spesso la causa della Nutella.

Va bene rilassare le spalle e non tenerle sempre rigide che tocchino quasi le orecchie.

Va bene avere delle debolezze, a volte dichiararsi indifesi e bisognosi anche solo d’un complimento che ci tiri un po’ su il morale.

Va bene ammettere che in gravidanza non si faceva ascoltare solo Mozart attraverso il pancione per stimolare l’intelligenza, ma confessare con candore di aver trascorso molto tempo in bagno in mutandoni e reggiseno a ballare il remix di  “El Party” di Jake la Furia, in una interpretazione magistrale ed entusiasmante dell’ippopotamo HappyHippo della Kinder rievocando la radicalissima parte adolescente che ancora viveva dentro di noi.

Va bene perché la perfezione non esiste ed il primo passo verso la salvezza è riconoscerlo.

Va bene perché arricchisce di più ridere con un’amica delle proprie debolezze e mancanze, dei propri tentativi di rimediare agli errori e dei propri disperati sforzi di migliorare che pavoneggiarsi e parlare di sé con gli altri come ci si trovasse davanti a uno specchio.

Va bene perché bisogna riconoscere che in mezzo a mille difetti ci sono pregi che ci rendono unici ognuno a suo modo.

Va bene perché abbracciare il fatto di non essere infallibili ci rende immensamente più consapevoli e grandemente più capaci.

Va bene perché come dice Rossella O’Hara ( che è la mia antieroina preferita, viziata, vanitosa e incapace di vedere la realtà, che per tutto il libro ti verrebbe voglia di scrollarla e dirle “ Rossella!!! Su però!” ) “dopotutto domani è un altro giorno” che non è una minaccia, ma uno splendida nuova opportunità per barcamenarsi in grandi e avvincenti imprese (di parodia quotidiana, naturalmente).