LA MAMMA E LA PIOGGIA
Questa è la storia della mamma e la pioggia.
C’era una volta, anzi, c’era tutte le volte che piove a secchiate, una mamma imbranata, già in condizioni meteo ottimali.
La mamma, annuisce solennemente guardando la bambina bardata come Jon Snow, Lord di Grande Inverno, aggiustandosi il cappuccio sul capo in modo risoluto ed espirando sonoramente come colui il quale s’appresta a scalare il K2, in cerca di concentrazione.
“Amore, dobbiamo uscire. Sei pronta ad andare all’asilo?” dice sorridendo.
La bimba risponde con un amabile gridolino,puntando energicamente un ditino davanti a sé.
La mamma carica l’infante nella fascia, stringendone solennemente un lembo, saluta il cane e chiude la porta.
Fuori piove violentemente, tipo precipitazione monsonica.
Agguanta l’ombrello e chiude la porta dietro di sé.
L’obiettivo principale è proteggere la bambina, quello secondario è tentare di arrivare al lavoro senza dare l’impressione di aver avuto il tempo di farsi una doccia mattutina ma di NON essere riusciti ad asciugarsi, presentandosi miseramente fradici come foche e scompigliati come dopo un rave party.
“Amore, hai visto che piove?
Piove, piove, la gatta non si muove, si accende la candela e si dice BUONASERA!”
Mamma con bambina incrocia bimbetto in età scolare che, intercettando solo l’ultima parola della canzone,amplificata ovviamente per questioni sceniche ed esigenze d’animazione proprie di un capo villaggio turistico, ridacchiando chiede alla sua mamma: “Ma la signora non si è accorta che è giorno? Ha detto BUONASERA, hai sentito?”.
La mamma con bambina alza gli occhi al cielo e continua a camminare verso la macchina, con l’ombrello frustato dal vento, che minaccia in modo inquietante di rovesciarsi al contrario come un calzino.
La bambina ride divertita, mentre la mamma avverte già l’umidità inerpicarsi su per i suoi collant, creando un effetto di disagio che nemmeno i protagonisti di “Anaconda” intenti ad attraversare urlando una palude.
Mamma sopraggiunge alla macchina, conscia che il passaggio fascia-seggiolino non costituirà certo una quisquilia.
Apre la portiera e qui vi appoggia l’ombrello in precario equilibrio: con la chiave della macchina in bocca e sudando freddo, il coppino sferzato da gelide gocce d’acqua, con un colpo d’anca estrae la piccola dalla fascia come il cowboy cava la sua pistola dalla fondina e la posiziona confortevolmente nel seggiolino, dandole un buffetto sul naso.
Una decisa folata di vento investe la povera donna proprio in quel momento, ribalta l’ombrello e questa si china a raccoglierlo, travolta da un fragoroso scroscio di pioggia.
“OTTIMO!” dice chiudendo goffamente l’ombrello che minaccia insistentemente di riaprirsi a tradimento e che le fa venire tanto in mente il Dilophosaurus che in una celebre scena di Jurassic Park sputava veleno in faccia a Dennis Nedry, intento a fuggire dall’isola ( peraltro con le medesime condizioni atmosferiche) e, proprio come si trattasse di una bestia indomabile di quella risma, lo infila teatralmente in corrispondenza dello spazio sottostante il sedile passeggero.
Concia come avesse affrontato Moby Dick, si mette finalmente alla guida del mezzo, sfilandosi la fascia e appoggiandola sul sedile.
Raggiunge l’asilo e cerca un parcheggio strategico.
Scende di gran carriera, come chi sa di aver quasi concluso un’opera immane.
Riprende l’ombrello e lo posiziona astutamente nel collo inclinato, libera la bambina dalle cinture sorridendole e se l’assicura al fianco. Nota che una scarpina è rimasta sul tappetino della macchina, si china allora con un gemito immane sfidando ancora una volta l’esigua indulgenza della sua sciatica e se la infila in tasca.
Giunge davanti alla porta dell’asilo sulle grevi e solenni note della marcia imperiale di Star Wars, trafelata e caricata MALE come solo lei sa fare, con i pesi mal distribuiti solo su una parte del corpo e facendo una fatica che nemmeno Ercole, il tutto con la figlia priva di una scarpa ma con il proverbiale e imperituro senso dell’umorismo.
Mamma consegna trionfalmente la bimba alla maestra.
Complimenti mamma, ce l’hai fatta!
Ah.
Comunque piove tutta la settimana.
LOL