Storie di parodia quotidiana

✨Yo hago leche. Cuàle es tu súper poder? ✨

Fra le cose che più fanno indignare, sollevare polemiche e perplessità, dubbi, brillanti diagnosi e spronano le persone a dire la loro senza alcun filtro e spesso senza alcuna preparazione sull’argomento possiamo trovare: la questione politica; l’inquinamento ambientale; il perché del male nel mondo; l’allattamento al seno.

In tutta evidenza, e parlo per esperienza personale, la naturale decisione di allattare diventa, soprattutto man mano che i mesi passano, una sorta di battaglia continua, senza esclusione di colpi.

Che tu molto democraticamente e pacificamente decida di rispondere pacatamente al personaggio che opti senza mezzi termini di contestare la tua condotta, anche sciorinando e proponendogli fior fiore di studi scientifici e documentate tesi positive a sostegno della decisione di famiglia, offrendo plichi del Ministero della Salute, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di Hogwarts scritti di pugno da Silente, la risposta sarà quasi sempre uno sguardo vicino alla compassione che molto lascerà intendere rispetto al dubbio dell’interlocutore riguardo ad una tua presunta morbosità e incapacità di lasciar crescere questo sventurato figlio, corredata da un sollevamento delle mani a ‘mo di resa, come quando si parla con un instabile di mente, il tutto liquidato poi brevemente con “i bambini sono furbi!”.

Dopo l’anno, palesare la pratica diventa per molti imbarazzante e contestabile quanto ammettere di sniffare la colla o aver fondato un proprio clan malavitoso.

Inutile sottolineare quanto sia arretrato questo pregiudizio e quanto sia poco civile che una donna debba sentirsi in difetto e sempre in discussione per un’azione del tutto comune, senza la quale ci saremmo già estinti.

L’allattamento in pubblico, anche se gestito con tutti i crismi, coperta, pudica e morigerata come la Madonna Litta è sempre un’ottima occasione per qualche profano per esprimere la sua personalissima e preziosa idea sulla questione: “Che bello, che cosa meravigliosa. Ma quanto ha la piccola?”, dirà passando da un’espressione traboccante dolcezza ad uno sguardo inquisitorio e in qualche modo perplesso.

Aggiungerei che il seno serve a quello, di base, mentre tutti gli altri utilizzi sono secondari ed accessori, benché più condivisi e meno soggetti a commenti e considerazioni altrui ( almeno espressi direttamente alla sventurata, certo.).

Se potesse servire a dar sostegno anche solo ad un’altra donna, vorrei ribadire che non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino che l’allattamento possa essere un  problema per la madre e per il figlio, né che il bambino in questione possa subire un pregiudizio alla sua capacità di adattamento al mondo esterno al nucleo familiare e ricerca della sua indipendenza, anzi.

Ve ne sono d’altro canto sull’opposta considerazione, ovvero che l’allattamento è prezioso e consigliato, in quanto salutare per madre, figlio, famiglia e società tutta.

Una mamma incontra difficoltà fin dal primo giorno con l’allattamento, in tantissimi casi.

Spesso il sostegno viene a mancare proprio alla base e la pratica resa impossibile sul nascere.

Ma nei casi in cui le difficoltà tecniche  vengono superate, mi chiedo perché non si possa rispettare e magari anche sostenere la decisione naturale altrui, senza per forza intervenire coattivamente con considerazioni infondate.

Io stessa, pur avendo la fortuna d’essere sostenuta da tutti in famiglia, da consulenti ed operatori sanitari fidati fin dal primo giorno, ed essendomi fatta una cultura enciclopedica sull’argomento, con la quale ho tediato e molestato più volte parenti ed amici, mi sono trovata in situazioni in cui ho messo in discussione senza  eccessive cerimonie la mia decisione, chiesto scusa e dubitato della sensatezza della mia scelta, vacillando e temendo di aver fatto un torto a mia figlia e perpetrato un’azione dissennata senza darmi un limite, cioè, praticamente come stessimo parlando del  santo bevitore che si fa un disperato esame di coscienza sulla sua condotta smodata.

L’istinto ha sempre detto però il contrario e l’amore anche. Così come le persone che mi sono state accanto e che mi hanno incoraggiata.

Ricordiamo che i nostri nonni, che tanto ci hanno insegnato e il cui esempio tanto preziosamente cerchiamo di trasmettere ai nostri figli, soprattutto proprio in virtù del fatto che essi hanno condotto una vita all’insegna della fatica, dell’indipendenza e dell’impegno, di cui spesso noi godiamo ancora i frutti,  sono stati allattati e in molti casi oltre i 2 anni. Ma come, i bimbi allattati per così tanto tempo non avevano problemi psicologici d’adattamento e autonomia oltre ad un attaccamento morboso e insano alla mamma che precluderebbe un brillante ingresso nella società civile e condivisa?

Naturalmente lo stesso discorso di rispetto e solidarietà vale per la mamma che decide di non allattare, o che sente di aver necessità di smettere, che non si sente in sintonia con l’idea di un allattamento protratto nel tempo o che vuole assecondare il figlio che non ne senta gradualmente più la necessità, pur dispiacendosi della cosa.

Carissima mamma, tieni duro.

Spesso e volentieri, le tue scelte e modalità educative verranno messe in discussione.

L’analisi approfondita delle tue azioni sarà peraltro attuata spesso da perfetti sconosciuti,con modi delicati da scaricatore di container al porto e la gentilezza di un granatiere in assetto d’attacco.

Il tuo autocontrollo sarà messo a dura prova e comincerai a mandare messaggi ad amici e parenti sulla marca di arance che ti piacerebbe ricevere per Natale a Rebibbia.

Ricorda però, che anche se l’inesperienza ti renderà fragile, è come il primo giorno in cui ti hanno consegnato in braccio il pupo: seguire il tuo istinto e l’amore saranno le soluzioni vincenti per contrastare tutte le avversità.

Parodia Quotidiana professa la gentilezza e l’ironia come scelta consapevole:anche con queste due armi sempre vincenti, consiglio di rispondere alle difficoltà.