Storie di parodia quotidiana

Shopping: perché.

“Ecco, compro solo questo pantalone/ abito/gonna/maglia/top/cappello/borsa/scarpa/bijou/camicia/costume/blusa/spolverino/trench/sciarpa/ smanicato/ maglioncino/ cardigan/ pullover/ blazer/gilet/jeans/short/ tuta/accessorio/ Intimo/intimo notte/scialle/cappotto/giacca vento/ maglia maniche tre quarti perché è esattamente l’elemento che mi completa ogni outfit, quello che mi manca,CHE STA BENE CON TUTTO, oltre al fatto d’essere precisamente e perfettamente consono e adatto ad esprimere appieno la mia personalità così originale, vivace ed eclettica. Costituisce un investimento, non uno spreco di soldi. NON POSSO NON COMPRARLO.”

Ecco qui rappresentato, il ragionamento mentale utilizzato da diverse donne, FRA LE QUALI ME MEDESIMA, per giustificare ogni tipo d’acquisto; tale è anche la cogitazione che ci ha impedito (e ci impedisce) di risparmiare qualche quattrino, che con quello che abbiamo speso in abbigliamento STRETTAMENTE NECESSARIO, a quest’ora eravamo tutte ricche come John Davison Rockefeller.

Vorrei allora provare ad analizzare gogliardicamente alcuni aspetti della gestione dello shopping e dell’outfit dal punto di vista maschile e femminile, naturalmente senza generalizzare eccessivamente.

(OPPURE ANCHE Sì)

SHOPPING UOMO: PERCHÉ

“Una delle quattro magliette primavera/ estate/autunno/inverno che possiedo è usurata. Dovrei acquistarne un’altra.”.

SHOPPING DONNA: PERCHÉ

“Avrei bisogno di una T-Shirt maniche corte color blu indaco”.

“Ma amore, ne hai un cassetto pieno”.

“Tu ci vedi una t-Shirt color blu indaco?”

“Non ho la più pallida idea di quale sia il Blu indaco”.

“Ecco, allora ciò è sufficiente affinché tu decida di tacere”.

GESTIONE DEGLI SPAZI PER RITIRARE I CAPI D’ABBIGLIAMENTO UOMO

Una piccola anta è sufficiente per ritirare il complesso insieme delle mise uomo, valido ed utilizzato indistintamente per le quattro stagioni.

GESTIONE DEGLI SPAZI PER RITIRARE I CAPI D’ABBIGLIAMENTO DONNA

“Scusa amore, che mi fai un po’ di spazio nella tua mensola che non mi sta più niente nei miei armadi?”

GESTIONE DELLE SCARPE UOMO

Uno spazio quaranta per quaranta nella scarpiera patronale risulta sufficientemente capiente allo scopo di ritirare ordinatamente due paia di scarpe ( una da ginnastica acquistata due anni fa, un paio invernali prese per necessità climatiche stringenti nell’inverno del 2008) e due paia di ciabatte, una per casa e l’altra estiva.

GESTIONE DELLE SCARPE DONNA

Le tre scarpiere risultano sufficienti SE, e solo SE, le calzature vengono incastrate magistralmente in modalità TETRIS le une con le altre.

La donna vanta scarpe primaverili, estive, autunnali ed invernali, per il tempo libero e per il lavoro; adatte a gonne lunghe o corte; abbinabili a pantaloni a tre quarti, oppure a zampa o a sigaretta.

SVOLGIMENTO DELLO SHOPPING UOMO

Costrinzione coatta al recarsi presso un centro commerciale.

Imprecazioni e contumelie (anche coniate ad hoc) durante la ricerca del parcheggio,aggravate dalla constatazione che nell’unico posteggio che pareva libero è stata parcheggiata una Smart, il tutto musicato da sottofondo di donna che lamenta scocciata ” per venire così potevi anche startene a casa”.

Improperî coloriti aggiuntivi ai precedenti al riscontro della quantità di avventori del centro commerciale.

Attacchi di panico e di calore legati agli sbalzi di temperatura dall’esterno all’interno dei negozi.

Remoto caso di acquisto:

“Non ti serviva una maglia?”

“Sì, è qui, l’ho trovata prima”, risponde tendendo un sacchettino mezzo accartocciato e ripiegato su sé stesso, che teneva nella tasca posteriore dei jeans.

“Ma prima quando?”

“E, ho visto in quel negozio un cartello “SCONTO DEL 70%”, sono entrato, ho cercato una maglia e ho trovato questa. Ti piace?”

“Sì ma potevi chiamarmi, magari c’erano anche dei pantaloni, qualcos’altro.”

“NON MI SERVE NIENTE, A ME.”

Conclude lapidario.

SVOLGIMENTO DELLO SHOPPING DONNA

Donna nel negozio.

Uomo con smartphone appoggiato mestamente al muro esterno dell’esercizio commerciale, quasi perse tutte le speranze di tornare a casa entro un’ora decente, cerca un b&b per la notte.

Ogni tanto viene redarguito ed accusato di non aiutare nell’attività svolta, lesinando consigli e non partecipando attivamente all’attività di spesa.
Quando è interpellato, risulta essere irritante e non centrato sull’obiettivo:
“Amore ho comprato un gilet che mi serviva proprio, sai da abbinare a quei jeans che ho acquistato la settimana scorsa, quelli che ho pagato UNA MISERIA”.
“sì, non ho presente, ma va bene”
“Vuoi vederlo?” chiede ESTRAENDOLO e mostrandoglielo senza attendere risposta.
Sguardo vacuo.
“ Bello! MA c’era solo di quel colore?”
“Cos’ha questo colore che non va?”
“No, niente, non è un po’ troppo acceso?”
“Ma cosa vuol dire troppo acceso?”
“Così, no, niente, va bene. Però perché non ha le maniche..?”
“E’ un gilet.”
“Ma è inutile, no ha nemmeno le maniche”
“Senti, lasciamo stare va. Ascolta vado un attimo in quel negozio che ci sono i sandali in saldo”.
“Sandali? MA BASTA! Non li hai già?”
“Senti, “four seasons”, io non so come fai te con quattro cose a non sembrare un clochard, COMUNQUE,per tua informazione, non ne ho un paio SEMPLICI che  VADANO BENE CON TUTTO (*notare in carattere maiuscolo le cosiddette “ parole chiave”*) perciò approfitto dei saldi, così L’ ANNO PROSSIMO NON LI DEVO PIÙ COMPRARE E SONO GIÀ A POSTO.”

CERTO
CERTO
CERTO
CERTO

“Così poi sono a posto”

Certo

Ma per tutte le Carrie Bradshaw! Non basterebbero mille “certo” da proferire che potrebbero dare anche solo un minimo di credibilità a questa affermazione