Storie di parodia quotidiana

Latte di mamma

Per tutto il corso della gravidanza non ho mai assolutamente nemmeno per un attimo dato peso alla questione allattamento.

Mai.

Quando qualcuno ne faceva cenno, il mio cervello entrava in modalità  “flauto di Pan” ed un sorriso pacifico mi si dipingeva in volto, mentre i canali recettivi andavano sulla modalità standby.

Per me i discorsi cult erano ben altri, primo fra tutti il parto, una volta arrivata al nono mese di gravidanza.

Superato POI,però,il topico momento espulsivo, mi sono trovata la piccola creatura fra le braccia ed il flauto dalle celestiali note andine ha lasciato il posto al suo pianto impetuoso, il quale, fin da subito, non ha lasciato spazio a grandi dubbi sul motivo della sua origine, ovvero la FAME( 🤓in generale non è solo questo, è un bisogno naturale e primordiale di contatto con la propria mamma,ma io la faccio spicciola🤓.).

Fatta questa doverosa premessa con ammissione di colpa per negligenza,imprudenza e imperizia, volevo scrivere due righe sull’allattamento, in quanto mi sono affezionata molto sia all’argomento che all’attività in sé, dato che seppur con un inizio difficile è stata (ed è),un’esperienza incredibilmente bella e appagante e vorrei dare un contributo affinché altre mamme, a prescindere dal fatto che poi decidano di allattare o meno, possano trarre qualche spunto da queste righe magari solo per informarsi un po’ prima del parto,così da evitare di doverci pensare solo all’arrivo del piccolo (che avrà la pazienza e condiscendenza dell’Orlando Furioso ) esattamente come ho fatto io, OVVEROSIA quando gli ormoni ti renderanno equilibrata,quadrata e capace di prendere decisioni con lucidità, quanto un hippie dopo i “3 Days of Peace & Rock Music” di Woodstock.

Prima di diventare un PERITO DELL’ ARTE DELL’UTILIZZO DELLA POPPA,ovvero quando me ne stavo pacificamente  in totale ignoranza sull’argomento, ero convinta che la mia bambina avrebbe fatto tutto da sola: insomma, io avrei messo la tetta e lei fatto il resto, in totale autonomia.

Ovviamente mi sbagliavo clamorosamente,dato che la cosa è relativa, cioè come in ogni altra disciplina della vita,  c’è chi impara una cosa senza il minimo sforzo e chi ci si deve applicare.

Dovete sapere, che distributori di cui siamo in dotazione si attivano in modo assai impetuoso, pur essendo stati silenti e in molti casi aver vantato proporzioni irrisorie per la maggior parte della nostra vita precedente la dolce attesa: prima se ne stavano lì, indifferenti e per conto loro, e così, d’un tratto,eruttano peggio del Popocatépetl.

Nel giro di due-tre giorni dalla nascita, o anche prima, o anche dopo a seconda dei casi (🤓prima di essere investite dalla montata lattea il bambino riceve il colostro, che è importantissimo🤓), in un lasso di tempo di pochissime ore,  accade quindi una metamorfosi inenarrabile che nel mio caso può essere descritta come la trasmutazione in Pamela Anderson, tette in gola e più dure del granito.

Nonostante svariati tentativi però, ahimè, la mia bambina non ne voleva sapere di abbeverarsi sfruttando e approfittando tutta quell’abbondanza.

Senza alcuna competenza ma seguendo solo il mio istinto ( e soprattutto lo spirito di conservazione in quanto mi vedevo già esplodere dentro un reggiseno) ho mandato il buon Claudio a comprare un tiralatte. Di domenica. In una farmacia.

Per mesi abbiamo acquistato il necessario per prepararci al lieto evento facendo spese mirate e valutando i prezzi più convenienti. Poi, in un soleggiato pomeriggio di ottobre, abbiamo comprato il più costoso dei tiralatte, che manco avesse avuto la coppa in oro massiccio o fosse appartenuto alla balia personale di Maria Antonietta alla corte di Luigi XVI.

Nonostante il colpo finanziario assestato al budget familiare, il #tiralattedaunmilionedidollari il suo lavoro lo ha fatto efficacemente, salvandomi da quella situazione di profonda costipazione.

Il punto era che, però, non riuscivo a capire perché mia figlia non volesse attaccarsi, rendendo così inutile il ricorso al sistema di estrazione meccanico.

Mentre sorridevo al corteo di parenti e amici che venivano a trovarci, pensavo solo a quanto avrei voluto mettermi sul divano a piangere come una fontana, abbandonandomi al dolore diffuso che pervadeva il mio corpo ancora provato dal parto e sprofondare così, mestamente e miseramente, nel pannolone per l’incontinenza in segno di resa, osservando impotente le mie tette che lievitavano a dismisura che neanche nei desideri più reconditi di una soubrette che vorrebbe per magia vedersi crescere le poppe da un minuto all’altro.

“Le fa schifo il mio latte”/”non sono manco capace di nutrirla”: questi erano i miei pensieri, mentre aspettavo di parlare con la pediatra.

La situazione si è sbloccata grazie all’aiuto di mia cognata Letizia prima e avendo incontrato personale medico disponibile e preparato poi,  al che,anche se ancora ignorante come una caprona sulla cosa, gonfia, zuppa di latte ,claudicante per i punti e con in braccio la bambina fatta su un come un baco da seta, ho potuto letteralmente svolgere preziose ripetizioni di allattamento, imparando tecniche, posizioni e trucchetti.

Parole di sostegno, un’iniezione di fiducia in me stessa, uno stop deciso alle visite e qualche giorno di prove, pazienza e di immedesimazione e rievocazione mistica nella (e della) mucca della Milka hanno portato me e la mia piccola a una perfetta collaborazione, che continua ancora oggi, dopo 10 mesi.

Se sentite di voler allattare,allora, cercate sostegno e, fuori da situazioni eccezionali, di essere tenaci. Saranno momenti difficili, ma verranno ripagati da uno speciale percorso fra mamma e bambino, in un continuo specchiarsi vicendevolmente l’uno negli occhi dell’altra. Sarà uno stringersi teneramente, un abbandonarsi e viversi intensamente.
Sarà speciale, proprio come tutto ciò che fate con il vostro bambino.

Cosa serve per il latte di mamma allora?

Serve un po’ di attenzione prima del parto, magari cercando di far nostre un po’ di informazioni in più, così da poter decidere  liberamente ma consapevolmente su come procedere all’arrivo del pupo.

Serve calma, tranquillità e sostegno da parte del vostro partner che dovrà trattenersi dall’organizzare visite guidate per l’adorazione del nuovo nato e comprensione da parte dei parenti nel rimandare per un momento i pellegrinaggi di rito;
serve  un tiralatte preso su Amazon 😂, per preservare le vostre finanze;
serve un’ostetrica, che sarà il vostro mentore durante il puerperio, quando sarete più sbattute di un uovo con il Marsala;
serve  un libro della Leche League, o tutti i libri, che vi daranno tanti spunti e tante risposte prima che vi vengano in mente le domande. In caso di necessità potrete contattare anche una consulente di questa onlus, che sarà felice di darvi il suo sostegno.

Che dire,io ve lo consiglio proprio, perchè farà bene a voi e al vostro bimbo: se lo vorrete, infatti, sarà un meraviglioso e profondo cammino, facile , almeno ad un certo punto, come bere un bicchier d’acqua ( o è proprio il caso di dirlo, DI LATTE).