Storie di parodia quotidiana

Dalla rubrica “Costume&Società”

Tratto da una delle intellettuali conversazioni con mio marito vertente su importanti questioni socio-antropologiche con spunti d’analisi culturale e d’approfondimento in materia di società&costumi.

Premessa.

Spesso durante la passeggiata  con il cane, ci imbattiamo in una splendida coppia, che sembra appena uscita da una rivista patinata. Lei è sempre sorridente, elegante e raffinata. Anche lui non lascia mai nulla al caso, costantemente in smagliante e perfetta forma. Lei però, brilla di luce propria, ed è sempre impeccabile. La domenica mattina è così
distinta, finemente vestita e acconciata, che io al confronto, il giorno delle mie nozze, sembravo un clochard che vive in un cartone in stazione Centrale, con tanto di bottiglia di liquore nel sacchetto di carta.

Da qui, i natali del nostro amabile dialogo.

“Certo che suo marito avrà esaurito la varietà sconfinata dei complimenti da farle, ormai.” Esordisco io, subito dopo aver fatto la solita battuta di rito “ha indossato il primo straccio che ha trovato”*GRASSE RISATE*, riferendomi ironicamente al delizioso abito con la quale l’avevamo vista fluttuare, elegante come una fata, poco prima sul viale.

“Bè, però dai, diciamo che se una è sempre così perfetta poi basta un giorno in cui trascura il minimo dettaglio e BAM! Lui se ne accorge e lo fa notare.” Risponde Claudio.

“Quindi tu dici che abituare un uomo ad alti standard è un’arma a doppio taglio. Ottima considerazione.”

“Sì vedi, ma meglio come te che comunque sei così easy,che proprio proprio solo quando hai dieci centimetri di ricrescita netta e mi pare di stare con Richard Gere mi viene in mente di sollevare un po’ di polemica sulla questione look.”

Ottimo direi.