Blu o rosa?
Chiedetelo alla signora incontrata alla Conad, a quella in farmacia o in cui ci si è imbattuti al mercato, per cui una cuffia blu non fa un bambino, ma quasi certamente una bambina, o, per converso, una giacca rosa fa senza ombra di alcun dubbio un maschietto.
Massì, sono d’accordo anche io.
Rosa o blu non cambia nulla, ciò che varia e ciò che ci deve ammaliare sono le particolarità che ogni bambino ha, tutte quelle meravigliose sfaccettature, interessi e attrattive che essi hanno naturalmente, istintivamente.
A noi il compito ARDUO di assecondarli, per far fiorire donne e uomini, decisi e liberi, di domani.
A mia figlia fino a pochi mesi fa non piacevano le principesse, i fronzoli, le balze e le coroncine, mentre adesso descrive se stessa con grande semplicità come un curioso essere mutaforma per un cinquanta tenera e illustrissima dama e per l’altro ballerina di tulle dalle linee a corolla dell’Opéra di Parigi.
Colori preferiti, rosa e bianco.
Ahhahaha come mi vien da ridere per le madri che affermano “che mai nessun rosa stereotipato farà capolino nell’armadio della propria prole”.
Attendete i tre anni e godetevi lo spettacolo: a quell’età la creatura è già dotata, financo da qualche mese, in realtà, di un suo personale gusto che difenderà con le unghie e con i denti, sorda ad ogni vostro tentativo, quale che esso sia, di imporre un qualche umilissimo veto sul vestiario.Ma rallegratevi per questo!!
Avendo avuto un maschio, come secondogenito, ho tentato di acquistare a mia figlia qualche tuta unisex da poter riutilizzare in futuro con suo fratello.
<Mamma, cos’è questo?> mi ha chiesto lei severamente, un giorno, indicando un aeroplano disegnato sulla felpa che le avevo messo a scaldare per la mattina seguente sul termosifone (aggiungo che da quel giorno, probabilmente non fidandosi più di me come personal stylist, se li prepara da sola, i vestiti per l’asilo).
<Quello è l’aereo blu della principessa, Lea> ho risposto solennemente.
Ha inarcato le sopracciglia e fatto una smorfia.
<Mamma, questa è dello Jacopo. Ti sei sbagliata.> ha stabilito asciutta, porgendomi la maglia, concendendomi apparentemente il beneficio del dubbio di una svista.
<MA AMORE, prima puoi indossarla tu, cosa dici? È azzurra, come l’abito da ballo di Cenerentola>
Mi ha guardato con commiserazione.
<Non la metto, mamma.> ha sentenziato lapidaria.
<Lo Jacopo si mette le tue tutine, mica dice niente. Guardalo lì come se la ride, con la sua tutina pastello “mini cocotte” …Quella era tua sai?>
Sento mio marito sbuffare in sottofondo.
<Mamma, lo Japoco è piccolo. Non parla…> dice Lea, con il tono strascinato di chi comunica un’ovvietà.<BENE! PERFETTO!> dico appallottolando la felpa, innervosita. <Comunque, il blu è un colore da femmina! Lo sai, sì? Questa mattina la sciura al mercato mi ha detto proprio così indicando lo Jacopo : “che bella cuffietta blu.. Una bimba vero?.. Certo! MA CERTO!!!” Ho risposto io. Lo capisce la signora, che il blu è da femmine, e tu no. MA PERCHÉ MI CHIEDO IO? >
<mamma, a me non piace il blu. Mi piace il rosa e il bianco.> risponde con candore lei, stringendosi nelle spalle, lasciandomi sola e smarrita nella farneticazione di una pazza.
Mi sono bloccata con la felpa a mezz’aria.
E QUI, L’ILLUMINAZIONE.
Ha ragione lei! È una questione di preferenza personale:blu e rosa non cambia niente, nel senso che cambia eccome! Cambia difendere le proprie idee, le proprie predilezioni, che gli altri ci dicano che vada bene o meno o che potremmo agire diversamente.
Non è questione di blu, di rosa, di aerei o principesse!
<Comunque fatti piacere gli aerei, Jacopo, così non l’avrò comprata per niente> lo supplico sottovoce ritirando, misera, la felpa, mentre lui ride radiosamente, mostrando le gengive rosa.
Questa è una semplice riflessione per augurare buona festa della donna a chi non fa differenze di genere, a chi blu e rosa è uguale proprio perché diverso, a chi comunque difende la sua unicità, i suoi gusti e le sue posizioni.
A chi non capisce mai di che sesso il bambino sia davanti a una giacca rosa o a un cuffia blu.
A chi protegge gelosamente le sue prerogative rosa.
Rosa e bianche.
A chi è orgogliosamente rosa o anche blu.
Piacere, mi presento, sono Clara.
In questo spazio scrivo Storie che chiamo di “Parodia Quotidiana”: racconti ironici e veri, di normalissima quotidianità.
Adoro scrivere e ridere: con Storie di Parodia Quotidiana ho voluto unire queste due grandi passioni.