La mamma ondeggia sempre fra due enormi questioni, fra almeno un paio di giganteschi interrogativi, in ogni momento della sua giornata.
-Questa sarà stata solo una scoreggia oppure devo correre a cambiare il pannolino che gli ho appena messo perché si sarà tinteggiato poco dignitosamente fino alla schiena e/o dietro alle orecchie?
-Con 16 gradi va già lo smanicato che-se-no-poi-mi-suda-eglivienelabronchite o il giubbotto che-non-fare-la-precipitosa-chepoiglivienelabronchite?
Guai, a dire che sei stanca. A pensarlo anche! Guai a considerare che non sai che pesci pigliare, a volte. Hai scelto tu di fare la mamma!
Oltre ai soliti due quesiti contrari e confliggenti che affliggono la madre, ci sono anche quelli aperti. Quelli con minimo un milione di risposte possibili fra cui scegliere.
E poi, ci sono le domande che non ti sei mai posta.
<Gli metto il borotalco sul sedere per…>
<Tu metti il borotalco SUL SEDERE DI TUO FIGLIO?>
Siamo così informate noi mamme di oggi.
Sappiamo cosa fa male e cosa fa benissimo.
Cosa dire e cosa no.
O dovremmo saperlo almeno, con tutte le informazioni che abbiamo!
Siamo potenziali mamme animatrici psicologhe veggenti art attack medici di base falegnami cake design l’accendiamo Gerry, l’accendiamo, questa è la risposta da un milione di euro, LO SO.
“Non dire a tuo figlio che non si fa, faglielo capire con l’esempio” pensi con solennità e raccoglimento prima di urlare un perentorio comando tipo poliziotto sovietico incazzato.
Non vale fargli fare una cosa promettendogli una caramella, la deve fare perché VUOLE,pensi prima di passargli come un pusher un ciuccio alla Coca-Cola come ricompensa per averti dato retta senza opporre resistenza. E me lo mangio pure io, un ciuccio alla Coca-Cola, tié.
Progetta lavoretti stimolanti mamma. Costruisci cose con il legno, con le scatole delle uova e con il cartone. Ma soprattutto, non aver paura della pittura a tempera.
E nemmeno dei…
Sì lo sto per dire…
Brillantini.
Sì, l’ho sentito anche io il brivido lungo la schiena.
Fai come Hermione, non hai tempo, crea altro tempo con il Giratempo, fai più cose e falle meglio!
Sì, anche a me rimangono attaccate le cose alle dita, quando cerco di appiccicarle alla carta.
E sì, su Pinterest ci sono tantissime belle idee, ma io ho la creatività di un opossum in stato di morte apparente, quindi Grazie, ma No Grazie.
Io al massimo faccio la cosa dell’impronta con le mani che poi gli disegni il becco e diventa una gallina o due orecchie e ci fai un gatto.
Devi essere l’occhio vigile di Sauron con la voce di Biancaneve quando canta agli uccellini e agli scoiattoli e fare tue le capacità artigianali di Geppetto padre di Pinocchio.
Passato poi il secondo mese in maternità già pensi a come farai ad organizzarti con il lavoro nel futuro, che per fortuna non è ancora così prossimo. Come starà la creatura senza di me?
Come farò a bilanciare il mio tempo di madre-cuoca-lavoratrice-lavatrice e – mi devo fare le sopracciglia perché si stanno unendo-senza toppare in ogni ambito?
<Mamma, mi fai la treccia? Quella che parte da sopra – l’ho detto hair stylist, prima? -> per fortuna un quesito che mi strappa da un pensiero ansiogeno.
Appoggio il fratellino nella cesta in bagno (la cesta culla, non la cesta delle cose da lavare, eh) e lui comincia a fare dei piccoli versetti, preludio di un pianto da far crepare i timpani. O forse no. No, forse si ciuccia una mano. L’ha scoperta solo una settimana fa.
<Ti manca il fratellino quando sei all’asilo?> chiedo dolcemente guardando mia figlia guardare con un sorriso suo fratello nella cesta di cui sopra.
<No. > risponde asciutta.
<Ah, bene, certo, no ma infatti, tu poi che all’asilo sei tanto impegnata> dico sorridendo, mentre intreccio senza gran metodo i capelli. Tanto so che non esci di casa se prima non hai dato un bacio a tuo fratello, che magari non ti manca, ma ormai è un pezzo di te di cui non puoi fare a meno.
Il senso di colpa si presenta in momenti davvero inaspettati.
Mentre te ne stai china sull’obló della lavatrice, o in piedi sul bancone della cucina con il bambino in braccio a fagocitare qualcosa che per il 50% andrà nel tuo stomaco e per l’altro 50% sulla testa di tuo figlio, ti balenerà in mente la domanda random sul fatto che tu stia facendo le cose fatte bene, con un’ inquietante vertenza sul NO.
Tipo, sto facendo tutto quello che posso/devo/ con il figlio a) nei confronti del figlio b) in quella data/ipotetica situazione?
E poi.
Le ciglia finte magnetiche mi servono davvero in questo momento storico della mia vita? Sì, forse sì, dato che costano 15 euro su Amazon e hanno millecinquento recensioni positive.
Ops… Ma questa cosa sulla manica sarà cacca o vomito?
Ma soprattutto
E tutto alla fine si riassume in quest’unica domanda
Cosa diamine faccio questa sera per cena?