Scrivo come rappresentante ufficiale, ancorchè autonomamente investita, della categoria madre disorganizzata, confusionaria, confusa, scompaginata, sconclusionata e lavatricemente scoordinata;
utilizzatrice convinta e recidiva dei fondamentali e insostituibili elementi mobiliari quali “letto-armadio”; “sedia-armadio”; “poltrona-armadio”.
Compongo queste righe come esponente brillante della grande famiglia di genitrici incapaci di smacchiare, vittima consapevole e inerme delle macchie più semplici;
dattiloscrivo come individuo probabilmente
affetto da discalculia, inabile E alla comprensione E all’applicazione delle indicazioni di dosaggio, consigli per diluire, direttive per pre-trattare riportate sui detersivi, ammorbidenti, smacchiatori e candeggine tutte.
Io, tal tipo di madre, ho iniziato a utilizzare i pannolini lavabili.
Sì, lo so, pare incredibile.
In paese, Francesca e Veronica, due ragazze desiderose di diffondere il verbo green e sederino friendly dei pannolini lavabili, hanno aperto una pannolinoteca, Pannolinoteca Valsesia, per mezzo della quale distribuiscono kit gratutiti di pannolini lavabili e consigli utilissimi per addentrarsi in un mondo che solo a prima vista, pare molto complesso.
Quando Francesca prima mi ha parlato per la prima volta dei pannolini lavabili e Veronica poi mi ha portato il primo kit per provare, ero incinta al nono mese, e mancavano esattamente 15 giorni alla scadenza.
Ero dubbiosa e confusa come quando alle superiori mi veniva poggiata sul banco la verifica di algebra e io rimanevo a contemplarla in emblematico e assorto silenzio, come fosse stata una tavola scritta in Ogham, l’antica scrittura rituale dei celti.
Ma, dato che mio figlio pareva aver deciso di soggiornare nella regione balnerare uterina fino a data da destinarsi, ho pensato di ammazzare il tempo concentrandomi su questa misteriosa borsa di pannolini.
Ero molto incerta sul fatto che io potessi avvicinarmi davvero a una pratica, di primo acchito, tanto complessa.
Li ho estratti e appoggiati tutti sul tavolo, in sala.
Li ho guardati e rigirati, esaminati e studiati,mentre ascoltavo i vocali di consigli di Francesca su Whatapp.
Mia mamma in tutto questo era felicissima, perché le ricordavano molto quelli che aveva usato per mio fratello quando era piccolo, “anche se questi parevano molto più semplici”, almeno a suo dire. Ammetto che
la sua euforia mi ha aiutato a reggere le giustificate obiezioni iniziali di mio marito, mosso probabilmente dalla conoscenza di ogni mia drammatica debacle con il bucato.
Poi, finalmente, ho partorito e ho iniziato a testarli sul mio bambino.
Non ci crederete, ma ci ho preso la mano e anche gusto.
Le ragazze non mi hanno insegnato solo ad utilizzare i pannolini, cosa che stanno ancora facendo, peraltro, in corso d’opera, rispondendo in tempo reale ad ogni mio dubbio o perplessità, ma anche a servirmi in
modo più consapevole della lavatrice (e ne avevo davvero bisogno, credetemi).
Ora, mi servono solo due o tre cose per fare il bucato, ovvero detersivo 100% bio, percarbonato di sodio e acido citrico, per ammorbidire. E le dosi sono espresse in termini veramente comprensibili per la mia mente inaccessibile al calcolo: in cucchiaini e nella quantità inequivocabile del “molto poco.”
Prestandomi il primo kit mi hanno permesso di scegliere la tipologia più adatta alla nostra famiglia e di abituarmi a una nuova organizzazione e routine del bucato. Inoltre, mi hanno supportato e guidato nei primi
acquisti, così che fossero il più economico e strategico possibile, in base alle mie preferenze.
Pure mio marito s’è convinto, quando ha visto che la pratica era davvero fattibile e che non doveva più caricarsi a spalla sacchi di pannolini sporchi a mo’ di Babbo Natale della pattumiera.
Fa bene all’ambiente, al portafoglio e alla salute dei nostri piccoli!
Insegna a noi genitori ad essere più responsabili con il detersivo, con gli sprechi e con la spazzatura, cosicché i nostri figli possano con l’esempio fare lo stesso, senza grande sforzo.
Per quanto riguarda l’aspetto economico devo solo segnalare un pericolo: le fantasie sono così belle che potreste farvi prendere un po’ la mano…
Il cassetto dei pannolini, ora, è così bello che m’incanto a guardalo ogni volta!
Al posto dei sacchi colmi di spazzatura abbiamo un bello stendino colorato, e vi assicuro che non è una bugia, il sole smacchia davvero (quando Francesca me l’ha detto, io non ci avevo tanto creduto😁).
Grazie a Francesca e Veronica per la vostra rivoluzione green, fatta di consigli, sostegno, sorrisi e grande empatia!
Ps. “Se ce l’ho fatta io…!” è la frase più frequente di chi usa i lavabili.
E il bello è che è vero per davvero!