Storie di parodia quotidiana

Giugno sa di tiglio

Non ti ricorderai bene bene di questo giugno, quando sarai grande.

I grandi servono anche a questo: i piccoli diventano adulti grazie a tutti i tasselli dell’infanzia, da quello apparentemente meno importante a quello più rilevante: essi, sommati uno ad uno, costruiscono la persona cha sarà. Non si tiene, però, vivida memoria di tutti questi pezzettini.

Allora aiuteremo noi a ricordare.
Terremo a mente i vostri codini, quegli occhi luminosi, quelle uscite spassosissime.

Rivivremo raccontandola, quella gioia e quella estrema dolcezza, di quei giorni unici.

Rendiconteremo di manine grandi come un palmo, sorrisi birboni, ciuffi ribelli e scarpine minute.

Narreremo di corse e abbracci, canzoni, abitudini e giochi.

È giugno e fuori c’è un profumo intenso di tiglio.
Fuori dal tuo asilo, la fragranza è così forte che quasi mi pare di sentirne il gusto, uguale uguale al miele che il papà Claudio fa ad agosto.

Chiudo gli occhi e respiro intensamente.

Il tempo è strano, un po’ esce il sole e un attimo dopo piove e tira vento.

Peró fa caldo.

Ogni giorno ti vengo a prendere, al nido:suono il campanello e smanio dalla voglia di incrociare i tuoi occhi.

Ed eccoti!

Un sorriso furbo, lo stesso che avevi da piccina, uguale uguale, solo sempre più birbante e vivace. Con un gridolino scappi via, fai una piroetta e poi torni indietro, per piombare finalmente fra le mie braccia.

È spassosissimo vedervi tutti insieme, piccoli inarrestabili lillipuziani, sfrecciare a destra e a manca, esibendovi in urletti e dolcissimi sorrisi.

Nell’atrio dell’asilo, dove ci si cambiano le scarpine, c’è un clima magico: nonni che cantano canzoncine, mamme che sorridono  e scoccano baci,  papà che fanno battute giocose ai loro piccoli, felici di vederli dopo una giornata passata lontani.

Tu mi guardi dalla panchinetta e mi dici sempre la stessa cosa:”Mamma, cuacua”.

E io ti do da bere.

Ti cambio le scarpine e ti abbraccio.

Non vedo l’ora di stringerti, ogni giorno.

Amo questo momento della giornata, quando finalmente ti ritrovo.

Oggi è successa una cosa speciale.

D’un tratto mi hai guardata e hai detto: “ammorreeee” con il tuo caratteristico accento da autotrasportatore dell’est, poi hai arricciato il naso, mi hai dato un bacio, il tutto stringendoti forte al mio collo, come un piccolo macaco.


Siamo uscite: l’aria era dolcissima e sapeva proprio di tiglio, amore mio.