“Vai, sali pure sulla pesa.”
“Me li tolgo gli stivali?”
“Fino adesso ti sei pesata vestita, non cambia nulla.” risponde dolcemente.
“Eh no, cambia, questi stivali sono pesanti.”
“Vai!”
“83. Con gli stivali.”
“83, va bene. Non bene il peso, per intenderci.”
“Segni 83?”
“Sì…ottantatré.” scandisce tracciando un otto e un tre molto panciuti.
“Ma avevo gli stivali… segna 82!”
Mi guarda con compassione.
Sono convinta che ci sia qualcosa di cosmico che fa sbagliare le bilance, quando mi peso io.
Le bilance mentono.
La prossima volta metto le scarpe di tela, per pesarmi.
Sessanta grammi di pasta? Non spreco nemmeno il gas per far bollire sessanta grammi di pasta.
Faccio l’aperitivo con sessanta grammi di pasta.
“Senti adesso ci rimangono solo gli esami pre-parto” esordisce lei interrompendo le mie divagazioni.
M’è parso ci fosse addirittura l’eco nella stanza.
“C-cosa?” balbetto io.
“Gli esami pre-parto.” ripete guardandomi interrogativa.
Gli esami pre-parto.
Ha detto parto?
Ho sentito bene?
Altro che menzogne, raggiri e presunti complotti che influirebbero sul mio peso specifico!
Sono incinta, per la seconda volta, e fra qualche settimana partorirò di nuovo.
Mi tocco la pancia, quello mi dà un calcio.
Per l’amor del cielo, ho appena realizzato che fra non molto sarai qui.
Cos’abbiamo di pronto?
Dov’è la culla per il passeggino, dove diavolo ho ficcato le lenzuola ricamate per neonati?
I pannolini. Qual è la misura adatta ai neonati?
Devo assolutamente cercare i body, mentre ritiro i pantaloni della Lea che le stanno corti, e che lei continua a sistemarsi, tirandoli sulle calze, cercando invano di proteggere il lembo di gamba che rimane scoperta:
“Sono corti mamma” dice con tono di rimprovero.
“Hai ragione, dobbiamo ritirarli e prenderne di nuovi” .
Sono pasticciona e incasinata e fra poco partorirò di nuovo.
Cos’ho di pronto?
Siamo pronti?
Sono pronta?
Sei pronto papà?
Sei pronta Lea a diventare una sorella maggiore?
Non abbiamo niente di pronto.
Ma quando abbiamo avuto pronto qualcosa?
Ha detto parto?
L’ha detto davvero.
Mi tocco la pancia.
Un altro calcio.
Il cuore batte forte, mi viene da piangere dalla gioia.
Qualcosa di pronto c’è.
Il cuore.
Le braccia.
La pancia.
Abbiamo tutto.
Parto, sì, finalmente, ma ad immaginare quanto amore sarà.