Storie di parodia quotidiana

Dimmelo, cos’è. E poi dimmelo, perché.

Io mi faccio una marea di seghe mentali, da sempre.

Sono peggio di un’ adolescente disperata, peggio di quelle tipe confusissime che scrivevano domande sconclusionate all’accreditabilissima rubrica del “Cioè”.

Mi faccio film che gli sceneggiatori di Beautiful, a mio confronto, scrivono le battute a Peppa Pig, e viaggi che neanche i Pink Floyd o i The Doors dei tempi d’oro.

La mia mente è sempre lì che macchina, che percorre strade misteriose e s’inerpica in ragionamenti contorti.

Poi, è arrivata l’epoca dei “cos’è” e dei “perché”.

“Mamma, cos’è?”
“Sono le radici di un albero, amore”
“Perché?”
“Perché l’albero beve, con quelle.”
“E perché?”
“Perché gli alberi devono bere, come te, come me, come tutti gli esseri viventi.”
“E perché?”
“Perché per crescere bisogna bere e mangiare”
“È perché?”

Diciamocelo. Questo è il momento ufficiale in cui non c’è più spazio per le proprie, amate, affezionate, spesso del tutto immotivate, seghe mentali.

Qui ci si sveglia alla mattina con un perché, che si snoda, si riproduce, si ingigantisce come Blob e moltiplica fino a sera, come i Gremlins:esso parte da un punto, per te assolutamente scontato e irrilevante, che per il tuo bimbo è invece ‘na roba assolutamente cruciale, necessaria e determinate.. Per passare e collegarsi ad un altro perché.

E tu, confuso, impacciato, nebbioso e frastornato genitore, d’ un tratto sei diventato, ai suoi occhi, l’Oracolo di Matrix, la Bocca della Verità di puro marmo pavonazzetto, il saggio patriarca, cui nulla sfugge e che tutto conosce.

Ed ecco che, nel rispondere a una mitragliata di perché, senza alcun giubbotto antiproiettile, ti trovi a riflettere su quanto sia difficile spiegare le cose più semplici che ci circondano ogni giorno., ad un bimbo piccino.

Però ti sforzi:ti metti alla sua altezza, cerchi parole semplici, inventi storielle, ridi sotto i baffi e d’un tratto ti dimentichi per un po’, dei tuoi pensieri molesti, spesso autoinflitti e autonomamente generati.

E quando è sera, al quietarsi di tutti i cos’è e perché, stretta a tuo figlio/a come un pitone della Paupasia ad un albero, non senti più domande, ma solo risposte, che placano tutto il polverone di pippe mentali cui sei tanto affezionata.
Proverò a rispondere a tutti i tuoi perché, amore mio.
Anche se non sono una cima, anche se a volte sono stanca, anche se in alcune occasioni non so bene cosa inventarmi. Anche se la maggior parte delle volte non so assolutamente il perché di una cosa.
Perché?
Perché tu sei la risposta a tutti i miei, di perché.

Illustration Manon de Jong 💖