Per la nostra prima vacanza in tre, siamo venuti in campeggio.
Per me, nulla fa più estate e famiglia di un camping.
Mi piace osservare le coppie di anziani, seduti al tavolino pieghevole nella veranda del camper, con il termos del caffè e lui che legge il giornale. I bambini tedeschi biondissimi e i loro genitori super attrezzati, con le tende più confortevoli di casa nostra e con un carretto per trasportare qualsiasi cosa (figli biondissimi, cani, oggettistica varia di ultima generazione).
Le vie con la ghiaia, le cicale, i bimbi con le biciclettine, il rumore delle stoviglie delle mamme che preparano il pranzo e l’odore di resina.
Poi ci sei tu, che tenti di ricordare se il tuo bungalow fosse ubicato all’incrocio fra Via del Corbezzolo e via del Leccio, o se fosse invece all’altezza del viale del Passerotto. Arriva un momento, però, in cui riesci finalmente ad orientarti senza il sussidio di quelle inutili cartine che ti danno in reception, simili a quelle di Gardaland, per intenderci; un tempo in cui non devi più affidarti alla provvidenza per tornare nella tua casa provvisoria: lì, anche se probabilmente starai per andartene, ti sentirai il padrone indiscusso del luogo.
Le docce la cui temperatura va dal “gelo artico” al “caldo lavico”; il baretto del campeggio e il piccolo market dove per prendere i beni di prima sussistenza devi accendere un piccolo finanziamento.
La spiaggia con gli ombrelloni; il tuo vicino di sdraio, il “pensionato milanese” con il cappellino, il baffo e le braccia dietro alla schiena che riesce ad infilare in svariati contesti il termine “cincent'”e poi tu che fingi di dormire al passaggio di un animatore.
Poi ci sono io, nella mia versione inedita di mamma, che combatto contro innumerevoli minacce, fra le quali sole/zanzare/sale/sabbia e una moltitudine d’ altri imprevedibili pericoli, diventando la donna-palla al piede che ogni marito vorrebbe con sé in vacanza.
“È ma il sale non è che le fa venire le IRRITAZIONI?”; “LE ORE PIÙ CALDE SONO DALLE UNDICI ALLE QUATTORDICI”;”Ma secondo te gli UVA , UVB e compagnia briscola passano attraverso la combinazione crema 50+++, maglietta e ombrellone?”; “Ma l’hai lavata con l’acqua fredda? MA SEI UN PAZZO?”
“MA COSA RILASSATI? MA RILASSATI TU”, è la mia frase dell’estate.
In spiaggia ci avvaliamo come altri milioni come noi, di quelle tende/ombrellone del Decathlon. Ecco, io vorrei solo fare tanti complimenti al suo inventore, sono davvero facili DA APRIRE, ma per l’amor del cielo, HA PREVISTO ANCHE CHE SI DOVESSERO CHIUDERE, MAGARI?HA MAI PROVATO A TESTARE LA COSA CON IL VENTO? No, perché io ne ho ritirata una nella sua custodia con tutti e sei i picchetti ancora attaccati, che dopo avevo un nervoso che ho dovuto fare una Capoeira poi, per calmarmi e smaltire l’ira funesta.
Come ogni vacanza, provo le due spinte uguali e contrarie al vivere le ferie a scopo depurativo, bevendo molta acqua, consumando tanta frutta e verdura e quella al devolvere tutti i miei averi all’uomo che vende “ciambelle e bomboloni” in spiaggia, che per me, detto fra noi, ha fatto all in come in poker, con questa trovata commerciale: in estate passa la fame, col caldo? Mica vero.
La sabbia in fondo alle lenzuola e il Claudio che il primo giorno rifiuta sfrontatamente la crema solare, per poi richiederla esplicitamente una volta ustionatosi i piedi, peggio di un cappone a Natale.
Le foto sulla spiaggia, dove ti senti come Irina Shayk ed invece appari molto più simile a Rubeus Hagrid e per la quale attribuisci ogni responsabilità a tuo marito, incapace, a tuo dire, di farti uno scatto, CHE SIA UNO, decente.
Ah, per tutti quelli che mi faranno la solita battuta: “perché, sei andata al mare? MICA SI VEDE” (grasse risate) vorrei rispondere, in anteprima, E MENO MALE, dato che l’alternativa al bianco pallido per me è il viola ustione, io sono una di quelle che al mare sta con la maglietta, il cappello e sotto l’ombrellone che Edward Cullen LEVATI