Storie di parodia quotidiana

Alcuni spunti per capire se sei una pazza

Quando una mia cara amica, incinta, mi ha chiesto cosa avrebbe potuto servirle all’arrivo della sua bambina, ho iniziato a ragionare.

Passeggino, trio, fasciatoio, mangia pannolini,marsupi, doudou, sonagli, vestiti e scarpine?

Noi, per esempio, abbiamo optato per un trio di terza mano, che grazie alle competenze in materia di disinfezione di mia suocera, è tornato così splendente che sembrava appena uscito dalla Prenatal e così igienizzato che i NAS muti e rassegnati.
Avendolo pagato un terzo del prezzo originario, abbiamo potuto continuare a condurre nel mese di acquisto una dieta varia ed equilibrata e non costituita solo da acqua e carrube, cosa che avremmo dovuto fare, quasi certamente,comprandolo nuovo. Inoltre, è perfetto anche come carrello della spesa.

“Signora, lo fanno anche in versione denim, è una chicca in edizione limitata”, mi aveva detto una commessa facendo l’occhiolino, mentre distrattamente bighellonavo attorno a dei trio che avrebbero potuto permettersi solo Boateng e la Satta. “Siiiiì”, dissi indietreggiando.

*MOLTO UTILE*
La fascia, la quale  mi ha permesso e mi concede tutt’ora, di utilizzare entrambe le braccia e quindi di avere una mobilità QUASI normale e inoltre, fa sì che io possa allattare in completa privacy anche mentre compro il pane. Con quella poi, nessun ostacolo urbanistico potrà fermarti.

Il fasciatoio, l’abbiamo preso con la cassettiera, le ruote e la vaschetta incorporata:per chi vive in un monolocale come noi, è una soluzione salvavita e salvamatrimonio.

La culla era ancora quella del Claudio, ma come già detto, mia suocera è un’autorità nel campo pulizia/conservazione “delle cose” che davvero, fosse entrata nei Nas poco poco sarebbe diventata generale.

Poi cosa…vestitini, body, creme.. sì..

Poi, l’illuminazione.

La domanda vera, da porsi è: come sto a pazienza, tolleranza e gestione delle paranoie?

No perché tutto quello che una pensa di sé stessa PRIMA dell’evento meraviglioso “nascita” (per esempio, di essere una donna razionale,assennata, equilibrata e tranquilla) POTREBBE RIVELARSI FALSO a seguito della trasmutazione in madre.

PER ESEMPIO.

*LA RAMATA DEI GERMI*

Con gli ormoni del post parto a me è partita una tangente piuttosto marcata di protezione, tipo leonessa spaccaculi nella Savana. Una specie di fisima da psico-mamma-ipocondriaca.

Sul web, un giorno, mi sono imbattuta in una lista chiamata il “bon ton da tenere, quando si va a trovare un neonato”. E da lì è iniziato il mio viaggio nel terrore dei germi.
Geneticamente forse la cosa l’ho un po’ ereditata da mia nonna, che controllava come un vigile quando dovevo lavarmi le mani e apriva le ante dei mobili con un fazzoletto di carta perché non si fidava del livello di pulizia di chi, prima di lei, ne avesse usufruito.
Nell’elenco del suddetto post figuravano, in contenuto spicciolo e semplificato: punto 1) non fumarti una paglia prima di toccare un bimbo; 2) non cospargerti di profumo del tipo mi presento a casa del nuovo nato dopo aver provato tutti i tester da Marrionaud; 3) lavati le mani, PERCHÉ hai appena messo le monete nel parchimetro; 4)levati la giacca  5) non baciarlo in bocca MAI PER L’AMOR DEL CIELO (AMMETTO che io anni fa ero  convinta che ai bambini si dovesse obbligatoriamente dare un bacetto tipo “baciate la mano” al boss come saluto solenne e ossequioso, anche se se ne stanno tutti appallottolati e con le mani in faccia e tu non sai manco dove darglielo).
Appena tornata dall’ospedale avrei voluto far montare in casa quei dispenser che c’erano in reparto di Amuchina, con anche le indicazioni per applicarla correttamente; appendere dei cartelli in corridoio, con frasi intimidatorie tipo :” mia figlia non deve essere baciata sulle guance, né sulle mani né altrove fintantoché non abbia fatto i vaccini”;
“Adesso che l’hai presa in braccio, tu persona che non rispetta gli standard di igienizzazione richiesti, potresti ridarmela subito altrimenti mi metto in un angolo seduta a terra con le ginocchia fra le braccia e mi dondolo avanti indietro piangendo”.
Ho passato cosí serenamente i primissimi mesi in questa sorta di delirio mistico, per cui distinguevo i microbi ad occhio nudo.
Una volta sono andata dal pediatra: entrata nella sala guardinga, per valutare che tipo di patologie avessero i presenti in sala d’aspetto, scopro con gioia che non c’era nessuno. Tirato un sospiro di sollievo mi metto a giocare con la bimba in fascia. Dopo qualche minuto, subentra una nonna con un bambino di poco più di un anno.
“Ma ciao! Hai visto che bimbo piccolo c’è lì? Dí ciao! Dí ciao! Come si chiama sto giovanotto?” Mi chiede sorridendo.
“Lea!” rispondo con occhio clinico.
“Ah è una bambina! Dí ciao alla bambina, dí ciao” dice avvicinando il piccolo a noi “dai, prendi la manina alla bimba, su, su!
Eh, povero, di solito è tutto sorridente, oggi è imbronciatino perché è pieno di raffreddore e anche un po’ di febbre”.
Ecco, in quel momento avrei voluto dare una stretta alla fascia per sistemarla e correre fuori dalla sala d’aspetto urlando, senza voltarmi fintantoché non fossimo state a chilometri di distanza da quel pericolo di contagio.
Dopo svariati raffreddori e febbricciole vissute con l’autocontrollo di un’eoina di una soap spagnola, questa sorta di alienazione è sfumata.
Bisogna avere i nervi saldi, è?

Poi, può essere che vi venga come a me, la  BACCHETTONAGGINE in modalità selettiva, ovvero “accogliere con disponibilità e riconoscenza consigli, aiuti e considerazioni da alcune persone, mentre subire, con evidente vibrazione incontrollata di un occhio, quelli di altre.”
Tipo, per me ciò che dice mamma è insindacabile e fondamentale mentre magari il suggerimento di un’altra persona mi è sgradevole come i collant 50 denari il quindici di luglio, con tanto di manifestazione evidente per mezzo di  espressioni di disappunto e disinteresse.

Potreste incontrare chi mette in dubbio le vostre capacità educative e potrebbe, contestualmente,venirvi un istinto di rivolta, insurrezione e ribellione che in confronto la presa della Bastiglia è una partita a Uno. Magari sentirete l’impulso a tatuarvi sul bicipite “LA MADRE SONO IO”, e a far ballare il muscolo con il messaggio al primo ” piange perché è un vizio, ormai”.

Potreste sognare la doccia, desiderare un litro di birra e accettare, contro ogni previsione e senza perdere la stima in voi stesse di consumare quella ANALCOLICA .

Potreste trovare chi nega progressi da voi orgogliosamente sbandierati del vostro pupo.
(Tratto da una conversazione avvenuta alla Coop con una perfetta sconosciuta)
” Fai ciao amore! Sa, ha imparato a fare ciao con la manina”.
Sguardo dubbioso: “quanto ha?”
“Otto mesi. No, ma lo fa è”
” Mi sa che è presto perché sappia fare ciao”
“No ma dico, vuole vedere le GIF che ho fatto mentre dice Ciao? Potrei sottoporle  foto, video e registrazioni audio, ma non ho nessuna intenzione di abbassarmi al suo livello, SIGNORA. E poi ho lo Xiaomi delle balle scarico.” questo è quello che avrei voluto rispondere invece del semplice ARRIVEDERLA con la quale l’ho congedata.

Potreste inventarvi una fisima per giorno, come me.

Adesso, però, in realtà ci sono un sacco di mamme sciallate, rilassate e tostissime, che a me piacciono da matti.
Forse proprio perché mi preoccupo, mi impunto, mi inalbero, mi ribello e mi innervosisco, apprezzo e ammiro tantissimo chi è diverso da me.

In soldoni, volevo solo dire che potresti essere una mamma rilassata, oppure una pazza psicotica come me.

Nel dubbio, una bella sessione di training autogeno sarebbe un buonissimo investimento, per voi e per gli altri, in via del tutto precauzionale, prima di scindervi in due/tre unità.

Poi compratevi pure il trio elettrico con televisore incorporato, se lo ritenete opportuno